Domani in tutta Italia si ferma il settore del legno/arredo. La mobilitazione del comparto, che conta 370mila addetti, è stata decisa dai sindacati di categoria Filca-Cisl, Feneal-Uil e Fillea-Cgil per protestare contro Federlegno/Arredo, che ha bruscamente interrotto la trattativa per il rinnovo del contratto legno-industria, scaduto il 31 marzo scorso. La protesta, che dà seguito a quanto deciso dalle tantissime assemblee che si sono svolte in queste settimane nelle aziende del settore in tutta Italia, è articolata a livello territoriale e culminerà lunedì 17 giugno con un presidio presso la sede di Federlegno.
“La decisione di Federlegno/Arredo – commenta il segretario nazionale della Filca, Paolo Acciai – è certamente da condannare con fermezza. La nostra controparte si è assunta una responsabilità gravissima e ad oggi non è in grado di porre soluzioni che permettano una rapida conclusione del contratto”. Dall’inizio della crisi sono ‘spariti’ 52mila addetti e 10mila aziende. La Cassa integrazione ha fatto registrare un aumento del 700% e il calo della domanda interna è pari al 40%. Il provvedimento varato recentemente dal governo, che ha inserito anche gli arredi nelle detrazioni Irpef del 50% previste per le ristrutturazioni, dovrebbe evitare di subire la perdita prevista per il 2013. Si calcola infatti che la defiscalizzazione produrrà un recupero di spesa al consumo di quasi 1,8 miliardi di euro nel 2013. “Ma mentre il sindacato asserisce che il settore dovrebbe puntare sulla promozione ed il rafforzamento del Made in Italy – spiega Acciai – la parte datoriale sceglie la strada più semplice per essere concorrenziale, vale a dire l’aumento della flessibilità e la riduzione del salario. Una ‘strategia’ che respingiamo al mittente ed osteggiamo con forza”.
“Se il salario trova a livello nazionale l’applicazione di indici convenuti con gli accordi interconfederali – aggiunge – è la qualità del lavoro che dobbiamo porre al centro dell’attenzione. Temi come la flessibilità di orario, il lavoro straordinario, l’apprendistato per la qualifica di diploma professionalizzante, i contratti a tempo determinato e somministrato, non possono diventare strumenti utili alla diminuzione del costo del lavoro. Devono essere temi gestiti con le Rsu per attuarne la loro reale efficacia di formazione e straordinarietà di lavoro. Rifiutare la discussione sulla responsabilità sociale d’impresa o tentennare sulla possibilità di allungamento della conservazione del posto di lavoro per coloro che sono colpiti da malattie oncologiche, o recepire le norme sulle molestie sessuali, danno l’idea delle posizioni di Federlegno. Per noi – conclude il segretario nazionale della Filca – il contratto è uno strumento che può contenere strumenti per uscire dalla crisi e le proposte fin qui fatte dal sindacato sono nella logica di una concertazione comune che ci permetta di tornare leader nel mercato del mobile/arredamento”.
LA MOBILITAZIONE NEI TERRITORI