Torino
GARANTIRE la formazione, l’aggiornamento e la riqualificazione del settore delle costruzioni. E’ questo l’obiettivo dell’Ente scuola Cipet di Torino, organismo paritetico accreditato presso la Regione Piemonte e al servizio di 3280 imprese iscritte alla Cassa Edile di Torino, che basa la sua politica formativa su corsi a catalogo, proposte alle imprese mediante azioni strutturate di promozione. “Con un settore delle costruzioni in continua evoluzione – sottolinea il vicepresidente del Cipet di Torino, Antonio Castaldo – soprattutto sul versante dei profili professionali per via dei cambiamenti tecnologici in atto, come parti sociali dobbiamo trovare gli stimoli per contribuire a valorizzare meglio il sistema degli Enti paritetici, in particolare l’Ente scuola Cipet, che rappresenta l’organismo che si occupa di formazione”. Per Castaldo, un importante aspetto che il sindacato deve affrontare è il ruolo che questo ente può assumere nel governo del mercato del lavoro edile, soprattutto alla luce dei grandi cambiamenti avvenuti, anche legislativi. “In ogni caso – aggiunge il vice presidente del Cipet – dobbiamo affrontare questi cambiamenti, impostati da una situazione economico e politico da noi non controllata, trasformandoli in occasioni per rilanciare la nostra capacità formativa. In questo modo si costruiscono anche opportunità di lavoro; è noto, infatti, che tra le caratteristiche del settore vi è soprattutto un’elevata frammentazione, che genera precarietà e stagionalismo del lavoro edile. Per questi motivi – nota ancora Castaldo – e in primo luogo per risolvere ai lavoratori i problemi che questo comporta, il nostro sistema contrattuale ha definito, tramite gli enti bilaterali, tutele che garantiscono il lavoratore edile, anche nei momenti di precarietà occupazionale. Queste tutele devono essere riviste, al fine di assegnare all’ente bilaterale un ruolo che accompagni e difenda il lavoratore nell’ambito del mercato del lavoro, sapendo che questo significa che dobbiamo intervenire sui Servizi per l’Impiego e sugli strumenti della formazione professionale”.
Francesco Tobia