Sono numeri drammatici quelli che arrivano dal Salento: dall’inizio della crisi nella sola provincia di Lecce c’è stato un calo di 15mila addetti nella filiera delle costruzioni. I dati della Cassa edile parlano di un calo dei lavoratori attivi di oltre il 15% in edilizia, settore in cui sono tantissime le aziende “scomparse”, vittime non solo del crollo delle produzioni nel settore (-24%) ma anche delle forti difficoltà nell’accesso al credito. È questo che ha spinto sindacati, imprenditori e ordini professionali a manifestare insieme, per il rilancio del settore, con un corteo per le vie del capoluogo.
“Si è trattato di una grande manifestazione pubblica e di protesta – ha dichiarato Sandro Russo, segretario generale della Filca-Cisl salentina – con la quale abbiamo voluto non solo ribadire la drammaticità della crisi del settore edile e di tutta la filiera, ma soprattutto proporre interventi mirati a sbloccare investimenti e cantierizzare le opere”. Nel mirino della Consulta delle costruzioni soprattutto la classe dirigente, accusata di “immobilismo e di incapacità nell’intraprendere azioni concrete a sostegno del settore”.
“Nel nostro territorio – prosegue il segretario generale della Filca-Cisl Lecce – il limitato processo di industrializzazione rende ancora più accentuata la rilevanza del settore delle costruzioni nel sistema economico e sociale. Insomma, stiamo assistendo al tracollo del nostro sistema produttivo nel silenzio e nell’indifferenza delle istituzioni e della politica. Per questo motivo chiediamo con forza interventi incisivi e tempestivi, capaci di dare respiro al comparto e di consentirne il rilancio e la ripresa”.
Tante le proposte sul tavolo, molte delle quali saranno presentate ufficialmente a Roma nel corso della manifestazione unitaria in programma sabato 3 marzo, sul tema “In piazza per costruire il futuro”: la revisione del patto di stabilità interno, grazie al quale gli enti locali virtuosi possono dare il via ad opere medio-piccole; il recepimento della Direttiva Europea sui ritardati pagamento; l’emanazione del decreto attuativo per consentire l’utilizzazione del fondo presso la Cassa Depositi e Prestiti, destinato al finanziamento delle operazioni pro soluto sui crediti delle imprese; una maggiore flessibilità del sistema creditizio nei confronti delle imprese del settore in momentanea difficoltà; il monitoraggio sull’effettiva destinazione delle risorse messe a disposizione dalla Banca Centrale Europea, dando priorità sia temporale sia quantitativa al finanziamento delle imprese e delle famiglie; interventi incisivi sugli assetti della Pubblica Amministrazione, capaci di superare i vincoli burocratici e le inefficienze che impediscono o ritardano la piena operatività e la crescita del settore, consentendo altresì la piena, tempestiva ed effettiva utilizzazione delle risorse nazionali ed europee.