Sicurezza, solidarietà, responsabilità, partecipazione, lavoro, sostenibilità ambientale: sono alcune delle priorità indicate dagli oltre 450 partecipanti all’evento online “Tutto come prima? Parole e idee per disegnare il futuro”, organizzato dalla Filca-Cisl nazionale. All’evento, realizzato sulla piattaforma Zoom, sono intervenuti tra gli altri i segretari generali Annamaria Furlan (Cisl) e Franco Turri (Filca), Andrea Di Stefano, direttore della Rivista Valori, Ivo Lizzola, professore di Pedagogia Sociale e della Marginalità dell’Università di Bergamo, Giuseppe Lupo, già Presidente e Consigliere Regionale dell’Assemblea Siciliana, Pierluigi Vaj, Medico della Croce Rossa Italiana, Comitato di Bergamo. Il coordinamento dei lavori è stato affidato a Roberto Scotti e Roberta Villa (Scuola di Formazione “Pino Virgilio”).
Tantissimi gli spunti emersi nel corso dell’iniziativa, che è stata preceduta dalla formazione di 20 aule “virtuali” nelle quali i partecipanti, grazie ai ‘facilitatori’, hanno potuto confrontarsi, fare riflessioni, offrire idee e condividere buone pratiche sul particolare momento storico che stiamo vivendo, tra post-quarantena e difficoltà nel mondo del lavoro.
Dopo i consigli pratici del dottor Vaj sulle disposizioni anti-contagio da osservare sui luoghi di lavoro, già molto apprezzati nel corso dell’evento del Primo Maggio da Bergamo, la tavola rotonda si è aperta con il contributo del professor Lizzola, che si è soffermato sul concetto di sicurezza. “La parola sicurezza vuol dire essere messi in una situazione di controllo completo, di rassicurazione. Ma questo non è possibile, se non in una attenzione alle condizioni gli uni degli altri, in una dedizione degli uni verso gli altri. Sicurezza è legame reciproco, responsabilità reciproca”. Per Lizzola oggi “il timore più grande, per gli adulti e gli anziani, è quello di perdere il passato, e infatti c’è una grande ansia di ritorno a quello che era prima. Una paura che può causare rabbie scomposte, che non hanno l’oggetto giusto. Oggi è prioritario riscrivere il patto di convivenza, per tenere insieme chi ha paura di perdere il passato e chi, come i giovani, ha paura di perdere il futuro. Per riuscirci ci vuole una progettualità fortissima, una nuova logica della responsabilità, una grande volontà di vivere insieme, in modo più sobrio. Bisogna evitare che si inneschi un conflitto tra le generazioni, una rottura del patto sociale, e che la crisi sanitaria amplifichi ulteriormente le disuguaglianze. Ci vuole la capacità di ‘desbordar’, di andare oltre, mettendo al centro il lavoro e la giustizia. Sarà necessario attivare tante ricomposizioni: patti, alleanze, promesse reciproche, perché nessuno si salverà da solo. E sarà indispensabile promuovere un riequilibrio nella distribuzione dei beni futuri, una maggiore responsabilità degli uni verso gli altri. Dovremo essere capaci – ha concluso Lizzola – di essere, insieme, operatori di giustizia e operatori di ricomposizione”.
“La pandemia – ha detto Di Stefano – è un’opportunità per ripensare il modello economico. Anche nel 2008/2009 i sindacati e molti attori della società civile avevano chiesto di imparare dalla crisi, vedendo nella crisi un’occasione per cambiare paradigma. Così non è stato, se non in minima parte. Certo, la crisi del 2008 partiva da un elemento puramente finanziario, quella di oggi, invece, è uno shock economico molto serio, che ha origini molto diverse. Ma potrebbe insegnarci, ad esempio, ad operare un cambiamento profondo nella nostra relazione con i consumi, escludendo quelli voluttuari e preferendo quelli utili per la qualità della vita e per il bene comune, con una forte attenzione alla sostenibilità ambientale. Tra i beni comuni – ha proseguito – includo sicuramente la connettività e l’accesso alla banda larga, che questo periodo ci ha confermato essere un bene assolutamente essenziale e un fattore di inclusione sociale”. Un altro aspetto sottolineato da Di Stefano nel suo intervento è stato la necessità di una seria riforma del sistema di tassazione, per contrastare il dumping fiscale delle piattaforme digitali. “’E’ il momento di mettere in campo un po’ di coraggio. La Cisl – ha concluso il Direttore di Valori – può mettere insieme i diversi attori sociali, del Terzo Settore, della parte più lungimirante del sistema imprenditoriale, per elaborare proposte e diventare il centro di una grande intelligenza collettiva, che è un altro Bene Comune del nostro Paese”.
Lupo ha invece parlato dell’impegno della politica verso un nuovo modello di sviluppo: “Questo evento socio-economico ha cambiato le nostre vite – ha affermato – e ha dimostrato che è necessario un cambiamento delle istituzioni, una maggiore coesione sociale, e che bisogna mettere al centro il bene comune. L’Europa – ha dichiarato Lupo a poche ore dall’annuncio dello stanziamento di 750 miliardi da parte dell’Ue, dei quali 172 destinati all’Italia – continua a svolgere un ruolo centrale, di fondamentale importanza. E lo dimostrano le decisioni prese proprio oggi. Ma per essere più efficienti bisogna velocizzare e semplificare la burocrazia, rivedere i ruoli delle Regioni, fare una grande riforma fiscale”.
Turri, nel corso del suo intervento, ha usato la metafora dei sindacalisti-sentinelle: “Sui territori – ha detto – il nostro ruolo resta di fondamentale importanza, ora più di prima. Come le sentinelle, gli operatori sindacali sono in grado di vedere per primi il pericolo che si avvicina, ma anche di scorgere prima degli altri le opportunità che si presentano. Questa iniziativa ‘virtuale’ – ha detto – ci dà la possibilità di unire il ‘passato’, come il potere del sorriso, al futuro, attraverso l’utilizzo di tutte le possibilità che ci vengono offerte dalle nuove tecnologie. Il nostro compito è quello di offrire una speranza concreta, senza dare ricette ma mettendoci al servizio degli altri. Il modo migliore per prendersi cura di se stessi – ha detto – è prendersi cura degli altri”. Infine una dedica: “Il pensiero di tutti noi – ha detto Turri visibilmente commosso – va a Stefano Benedetti, operatore della Filca di Brescia colpito dal coronavirus, ricoverato per oltre un mese in terapia intensiva. La sua battaglia contro questo nemico subdolo e invisibile è la battaglia di tutti… forza Stefano!”.
Le conclusioni sono state affidate ad Annamaria Furlan: “Alcune cose devono essere cambiate in modo radicale: durante la pandemia, per esempio, abbiamo scoperto lo stato della nostra sanità. È il risultato dei tagli fatti per almeno 15 anni da ogni finanziaria sia dei posti letto negli ospedali, in modo particolare per la terapia intensiva, che per l’organico. Il distanziamento fisico a cui siamo stati obbligati – ha dichiarato – è diventato nell’indifferenza totale un distanziamento sociale. La domanda è come si riesce a mantenere la vicinanza sociale anche in un periodo obbligatorio di distanziamento fisico”. Poi la segretaria generale della Cisl si è soffermata sui temi del lavoro: “Bisogna recuperare il senso di appartenenza di una comunità che cresce attraverso il lavoro, che è il vero e unico antidoto per un virus che si è radicato nelle società occidentali e anche nel nostro Paese: l’individualismo. La pandemia non è arrivata in un Paese socialmente sano, ma in un Paese in cui ci sono 150 miliardi di evasione ed elusione fiscale, oltre ad altri 50 miliardi di evasione dell’Iva. Un Paese che non ha riformato il fisco perché con la riforma bisogna necessariamente definire il modello sociale che si sceglie per il Paese. Le soluzioni che ci hanno presentato sono state corredate da proposte fiscali che sono distanti anni luce da quella società solidale fondata su lavoro e sulla partecipazione a cui noi tendiamo”.
“Non è detto che il cambiamento sarà in meglio- ha sottolineato Annamaria Furlan – è una sfida tutta da conquistare. E se non riusciamo a trovare un modo per stare insieme la frattura tra le generazioni sarà ancora più forte. Bisogna fare delle scelte, che non sono per nulla facili: sulla previdenza, sul contratto, sulle certezze che noi siamo convinti di avere, e penso ai tanti giovani disoccupati o che sono costretti ad abbandonare il sud nell’indifferenza generale”.
“Il tema della partecipazione del lavoratore – ha detto la segretaria generale della Cisl – ha appassionato solo noi, a partire dall’utilizzo dei fondi che potrebbero essere elementi importanti per il rafforzamento delle imprese in termini partecipativi. Non abbiamo bisogno di tanti rimpianti del passato, molte cose non sono da rimpiangere. Cambiare paradigma vuol dire definire in modo diverso le priorità, anche per colmare gli errori drammatici che sono stati fatti”.
“La grande sfida della Cisl è creare le basi di un futuro migliore rispetto al presente che stiamo vivendo e che abbiamo vissuto con questi paradigmi distorsivi per tanti anni. Ci aspetta molto lavoro ma anche tanta soddisfazione: quella di poter contribuire con le nostre idee e con le nostre proposte. C’è il senso del servizio, di come io mi sento utile e di come il sindacato oggi può interpretare i bisogni, le paure, le aspettative dei lavoratori e farli diventare una proposta collettiva che fa stare insieme giovani e anziani, uomini e donne, chi ha un lavoro stabile, chi precario, e chi il lavoro non ce l’ha. Non dobbiamo lasciare indietro nessuno – ha concluso – e far sentire sempre ai lavoratori la nostra presenza, la nostra vicinanza”.