Le opere pubbliche cantierabili: occupazione, regole e tempi

Le opere pubbliche cantierabili: occupazione, regole e tempi

Roma
A rischio 100 mila posti di lavoro, ultimata solo un’opera delle 235 previste
Comunicato stampa

 “Le Opere pubbliche cantierabili: occupazione, regole e tempi”
A rischio 100.000 posti di lavoro, ultimata solo un’opera delle 235 previste.
I Sindacati chiedono al Governo un cronoprogramma e la copertura finanziaria.
“A seguito dei provvedimenti assunti dal Governo è urgente rendere visibili i fabbisogni e gli obiettivi di un settore e di un Paese che richiedono fortemente l’avvio di un rinnovato processo di investimenti infrastrutturali finanziati, progettati ed immediatamente cantierabili.” E’ questa la richiesta che Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil hanno avanzato al Ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, nel corso del Convegno Nazionale “Le Opere pubbliche cantierabili: occupazione, regole e tempi”, che si è tenuto questa mattina a Roma, presso l’Auditorium di Via Rieti 11, e che è stato concluso dal Segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni.
Il sindacato ha sottolineato la necessità di definire nell’arco dei prossimi due anni un cronoprogramma di nuovi lavori riguardanti le infrastrutture stradali e autostradali, di nuovi interventi e il completamento del sistema TAV.
A queste richieste si aggiunge, inoltre, l’inserimento nei prossimi DPEF e Finanziaria di una adeguata e certa copertura finanziaria per gli investimenti infrastrutturali.
“Sta emergendo una questione occupazione nelle opere pubbliche – ha denunciato Giuseppe Moretti, Segretario Generale della Feneal-Uil e la flessione del 20 % degli importi dell’insieme dei bandi di gara negli ultimi 25 mesi, si tradurrà per il 2008-2009 (dati CRESME) in una flessione occupazionale, 100.000 lavoratori nei prossimi mesi perderanno il posto di lavoro con conseguenze economiche e sociali drammatiche. Di fronte a questo quadro preoccupante si sono accumulati negli ultimi anni forti ritardi nell’attuazione delle opere pubbliche, solo un’opera delle 235 previste dalla Legge Obiettivo è stata infatti ultimata.”
“Chiediamo la modifica alla Legge Obiettivo – continua Domenico Pesenti, Segretario Generale della Filca Cisl – favorendo, almeno in parte, la realizzazione dell’opera da parte del General Contractor, attraverso un sistema premiale da introdurre in fase di gara con un punteggio aggiuntivo di cui si dovrà tener conto nell’aggiudicazione, che eviti un eccessivo ricorso al subappalto e favorisca un processo di crescita dimensionale delle imprese.”
“Un altro terreno su cui lavorare con urgenza – conclude Franco Martini, Segretario Generale della Fillea Cgil – è quello delle regole. Chiediamo al Governo e al Parlamento di recepire nella modifica del Codice degli Appalti le proposte che abbiamo inoltrato al Ministro, così da proseguire la battaglia contro il lavoro nero, per migliorare la sicurezza in modo sostanziale, garantendo condizioni contrattuali certe. Garantire le condizioni di legalità e di sicurezza è un dovere al quale le imprese e le autorità competenti non possono sottrarsi: al Ministero delle Infrastrutture spetta individuare meccanismi efficaci.”
A supporto delle richieste di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, nel corso del convegno è stato presentato il Dossier, elaborato da ECOSFERA, “Il settore delle opere pubbliche in Italia: alcuni elementi di riflessione”, che ha fornito un quadro complessivo dello stato di salute del settore delle opere pubbliche nel nostro Paese. 
Tre sono gli aspetti salienti che emergono dalla ricerca:

  • le perduranti difficoltà di reperimento di finanziamenti nell’ambito del bilancio dello Stato costituiscono un freno agli investimenti nel settore;
  • il processo di produzione risulta frenato da problemi di carattere istituzionale e amministrativo, che determinano sensibili aumenti di tempi e costi ed il rischio di obsolescenza dei progetti;
  • la qualificazione del processo di produzione delle opere pubbliche non può prescindere dal miglioramento delle condizioni di legalità e sicurezza.

Alcuni spunti contenuti nel dossier hanno consentito di delineare in maniera più precisa i contorni di possibili proposte operative:

  • il notevole incremento di risorse destinate dalla Legge Finanziaria 2007 alla realizzazione di infrastrutture è finalizzato essenzialmente a risolvere situazioni debitorie maturate per lavori già eseguiti o a scongiurare il blocco dei cantieri aperti: l’utilizzo di parte dell’extragettito fiscale registrato negli ultimi mesi per la realizzazione di nuove infrastrutture darebbe un contributo significativo al rilancio degli investimenti.
  • Sarebbe importante pervenire, quanto prima, ad una programmazione economico-finanziaria che assicuri più solidi legami tra regime di competenza e regime di cassa, in modo da dare alle Agenzie tecniche la ragionevole certezza che avviati i cantieri si possa giungere alla loro conclusione in coerenza con i programmi temporali concordati.
  • Occorre osservare che il settore delle costruzioni è stato oggetto di una produzione legislativa sovrabbondante. Di qui la necessità che il Parlamento si impegni nell’individuazione di strumenti legislativi che favoriscano l’efficienza “prestazionale” e non quella “procedurale” degli Attori del settore.
  • Un contributo determinante per il superamento delle criticità riscontrate nel processo di produzione delle opere pubbliche potrebbe venire dal rafforzamento degli strumenti di vigilanza sull’attività delle grandi Agenzie tecniche.

Roma 20 giugno 2007

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