Una pianificazione strategica di lungo periodo condivisa dalla filiera istituzionale e dalle parti sociali per affrontare al meglio la sfida della crescita urbana sostenibile in grado, cioè, di conciliare l’esigenza di sviluppo economico e l’accessibilità del territorio, con l’innalzamento della qualità della vita dei cittadini, la tutela ambientale, la mobilità e la coesione sociale. E’ questa la strada giusta da percorrere secondi i relatori del convegno “La città che vogliamo, tra regole e solidarietà, opportunità e innovazione per uno sviluppo sostenibile e di coesione sociale”, organizzato dalla Federazione dei lavoratori delle costruzioni edili (Filca), dal Sindacato Inquilini casa e territorio (Sicet), dalla Federazione Nazionale Pensionati(Fnp) Cisl e dall’Anolf Nazionale e svoltosi ieri mattina nell’Antisala dei Baroni del Maschio Angioino di Napoli.
“Il futuro – ha spiegato Fulvio Giacomassi, segretario confederale Cisl – è rendere sostenibile lo sviluppo. Un primo passo per gestire la trasformazione in atto è l’istituzione di un osservatorio sulle politiche abitative, è necessario poi intervenire sul fondo sostegni per gli affitti e canoni e estendere anche ai soggetti pubblici gli incentivi fiscali su risparmi energetici e ristrutturazione degli edifici”. “L’esigenza principale – ha dichiarato Guido Piran, segretario generale Sicet – è quella di riprogettare e ricostruire le città senza consumare altro prezioso suolo, ma recuperando gli edifici esistenti con l’applicazione di criteri energetici volti al risparmio e alla sostenibilità ambientale e civile”.
Dello stesso avviso Franco Turri, segretario nazionale Filca Cisl, che ha affermato: “Ricostruire una buona città con una buona edilizia e con un buon lavoro eseguito in regolarità e sicurezza, senza infiltrazioni criminali e libero da illegalità, con l’applicazione dei contratti di lavoro e il rispetto della dignità degli operai. E’ falso affermare che la sostenibilità ambientale è in contrasto con chi opera nel settore edile. Soprattutto tra i lavoratori delle costruzioni c’è una grande consapevolezza che l’edilizia esiste solo in una logica di sostenibilità. Lo stesso documento condiviso da imprenditori e sindacati presentato nel corso degli Stati Generali delle Costruzioni, al loro esordio nel 2009, presentava un patto tra costruttori e lavoratori per il rilancio dell’edilizia fondato sul risparmio energetico, sulla messa in sicurezza, sulla sostenibilità, sulla riqualificazione urbana”.
“A nostro avviso – prosegue Turri – bisogna cercare una mediazione tra benessere individuale e benessere sociale. Se davvero si intervenisse sulle priorità come il recupero del patrimonio urbanistico, la messa a norma delle scuole e la messa in sicurezza del territorio, ci sarebbe tanto lavoro per tutti e si farebbe una gran cosa per la collettività. Purtroppo mancano le risorse: bisogna cercare di reimmetterle nel circuito attraverso la restituzione di parte delle ingenti risorse ricevute dalle banche per rimettere a posto i bilanci, trasformando in produttivi gli atti speculativi presenti nella nostra economia, e infine utilizzando il patrimonio costituito dai Fondi pensione, ovviamente non facendo speculazioni ma utilizzando le risorse nel lavoro, assicurando al contempo la resa delle somme utilizzate”.
Una città a misura di anziano è, invece, la prospettiva di Attilio Rimoldi, segretario nazionale Fnp, che ha sottolineato come “il contesto urbano, così come è oggi isola l’anziano. Bisogna ricostruire le città recuperando degli spazi pubblici di vita sociale”. Una sfida nella sfida quella della sostenibilità per il capoluogo partenopeo e la Campania, ultima, nella classifica delle regioni italiane, per sviluppo economico accompagnato ad un elevato benessere, inteso come qualità ambientale e sociale (Rapporto Quars 2011). “Non ci sorprende questo dato – ha commentato Lina Lucci, segretario generale della Cisl Campania – ci sono interi quartieri, in questa Regione che non sono accessibili a tutti per mancanza di sicurezza, nei quali l’economia parallela distrugge la competitività delle pmi regolari e genera sacche di lavoro nero. Mancano strutture di edilizia residenziale pubblica, esistono difficoltà enormi di collegamento delle aree interne con quelle più urbanizzate, per non parlare poi delle criticità legate all’assistenza e alla cura. Insomma – ha ribadito Lucci – le nostre città non sono a dimensione di cittadino e di famiglia, ma di questo la politica non discute o ne discute solo in campagna elettorale. Basta con i rimbalzi di responsabilità. Gli amministratori locali, non possono più fare finta, per convenienza, che la creazione di posti di lavoro e l’attrattività del territorio non dipendano dalla misure che sono in grado di mettere in campo”.
“Pianificare in Campania — ha segnalato Marcello Taglialatela, assessore all’urbanistica della Regione Campania — equivale a recuperare e riqualificare rinunciando alla realizzazione di nuovi manufatti. Il tema dell’ecoconto e della compensazione ambientale è il tema di maggiore prospettiva e che va inserito nel concetto di programmare a volumetria zero”. All’incontro, che si inserisce tra le iniziative collaterali del World Urban Forum, hanno offerto il loro contributo tecnico anche il prof. Giovanni Pieretti, Università di Bologna, Mohamed Saady, presidente Nazionale Anolf e Bernardino Tuccillo, assessore al Patrimonio del Comune di Napoli.
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