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"LE BANCHE CANCELLINO I MUTUI SUI BENI CONFISCATI"

"LE BANCHE CANCELLINO I MUTUI SUI BENI CONFISCATI"

“Le banche siano responsabili e cancellino i mutui sui beni confiscati, debiti contratti dai mafiosi che non possono ricadere sui cittadini e sulle associazioni che li utilizzano”. E’ l’appello di Alessandro De Lisi, direttore del Progetto San Francesco, il programma di legalità della Cisl, della Filca-Cisl nazionale, della Fiba e del sindacato di polizia Siulp.
Il Progetto San Francesco ha lanciato oggi la raccolta fondi per ristrutturare la villetta confiscata alla ‘ndrangheta a Cermenate (Co). In questa casa, grazie anche al contributo di Banca Etica, sorgerà la prima scuola europea di alta formazione contro le mafie, che sarà gestita insieme a padre Antonio Garau, “erede morale” di don Pino Puglisi, assassinato da Cosa Nostra. “Monti sappia mettere al primo posto la lotta alle mafie”, ha continuato De Lisi. “I clan sono i custodi criminali di un immenso capitale che deve tornare alla società. Seguiamo l’esempio delle Procure di Milano e di Reggio Calabria e mettiamo in campo azioni concrete che taglino le mani ai mafiosi. Togliamo il ricatto alle imprese in difficoltà con una nuova politica del credito”.
All’incontro, che si è tenuto presso la Camera di commercio svizzera di Milano, hanno partecipato anche Giuseppe Pignatone, procuratore capo di Reggio Calabria e Maria Falcone, che ha ricordato il valore patriottico dell’impegno e del lavoro di suo fratello Giovanni, assassinato a Capaci il 23 maggio 1992. “Giovanni era un patriota e ha lavorato e si è sacrificato per l’Italia intera e unita. Non possiamo accettare pulsioni separatiste, perché farebbero male alla memoria di Giovanni ed al futuro dei giovani italiani.
Presente anche Domenico Pesenti, segretario generale della Filca-Cisl nazionale e fondatore del Progetto San Francesco: “Per noi è molto importante il lavoro che fate come pool – ha detto rivolgendosi a Pignatone – per noi significa esservi accanto e non soltanto a sostegno. Siamo convinti per questo che prima o poi vinceremo le cosche. Per intanto difendiamo la dignità del lavoro in edilizia e più in generale in tutti i settori”.
Ivan Lo Bello presidente di Confindutrsia Sicilia e reposanbile nazionale del programnma antimafia degli industriali ha rilanciato il valore del lavoro comune di imprese e sindacati per contrastare il crimine organizzato: “Soprattutto voi dell’edilizia sapete bene quanto sia rischioso abbassare la guardia nel contrasto al crimine organizzato e della promozione della cultura della legalità. Per questo dobbiamo lavorare insieme sempre più uniti al rafforzamento dello strumento della bilateralità in tutta Italia, soprattutto qui al nord, dove ormai si è spostata la lina del fronte della lotta dello Stato contro le cosche.
L’avvocato Umberto Ambrosoli: il centro studi di Cermenate sarà intitolato alla memoria del padre Giorgio. “Non basta ispirarsi agli esempi del passato, occorre confermare il nostro impegno ogni giorno – ha sottolineato Ambrosoli – Il Progetto San Francesco dovrà raccogliere le esperienze che ci aiutino a capire come ognuno di noi abbia un ruolo nella difesa della legalità. Il primo passo è il buon esempio”.
Pignatone ha aggiunto: “Le fabbriche e i cantieri sono campi di battaglia nella lotta contro i clan, che tentano di espellere il sindacato per lasciare soli i lavoratori con i loro problemi. L’altro fronte è il credito. I mafiosi offrono denaro facile, ma quando si aprono loro le porte dell’impresa diventa impossibile liberarsene. Il Progetto San Francesco si impegna su questi fronti e noi siamo al suo fianco”. Battista Villa, presidente del centro studi Progetto San Francesco, ha concluso: “Negli appalti bisogna allargare la certificazione antimafia a tutta filiera: la legalità conviene anche in tempi di crisi. Appaltare ad altri le nostre lotte sociali non basta più, ognuno faccia la sua parte. Il Progetto è un piccolo ma significativo contributo alla lotta antimafia: tocca anche al sindacato sostenere forze ordine e magistratura”.

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