Nel silenzio generale stiamo assistendo alla fine del settore delle costruzioni del Lazio. Mentre i sindacati insieme agli imprenditori convocavano un tavolo per parlare della crisi dell’edilizia del Lazio, i rappresentanti politici della Regione, grandi assenti, erano invece in altri tavoli, dove la crisi era una parola sconosciuta, mentre con i sindacati vi è stata assenza di rapporti.
“Nel frattempo – dichiara il segretario generale della Filca Cisl del Lazio, Stefano Macale – migliaia di imprese ogni anno cessano l’attività, anche a causa della quasi totale degli investimenti pubblici, mediamente ogni mese le ore lavorate diminuiscono di oltre il 10%, negli ultimi 4 anni l’attività edilizia si è ridotta di 1/5 con un calo occupazionale regionale di 25mila operai in due anni.
Con questa situazione di stallo politico che si protrarrà a lungo, provocata da amministratori che hanno guardato solamente ai propri interessi, dove si troveranno le risorse per far ripartire l’edilizia nel Lazio? E’ una crisi quella dell’edilizia regionale destinata a durare a lungo, infatti nei prossimi mesi saranno tutti occupati alla campagna elettorale e i problemi del settore aumenteranno cosi come il numero degli operai che perderanno il posto di lavoro”.
“Si torni a parlare urgentemente dei problemi del settore. Quanti fallimenti e quanti licenziamenti – prosegue Macale – dobbiamo aspettare dopo l’immobilismo della giunta Polverini? Ma un altro dato preoccupante, sono i pagamenti alle imprese: quasi il 90% delle imprese edili denuncia gravi ritardi nei pagamenti da parte della pubblica Amministrazione, passa quasi un anno in media per riscuotere quanto dovuto, con forti ripercussioni negative sulla contabilità, sulla programmazione e in molti casi non riescono a resistere, cessano l’attività e licenziano gli operai. Le amministrazioni pubbliche a tutti i livelli hanno bloccato i pagamenti ed anche il sistema bancario che prima supportava le imprese con la cessione del credito, adesso non lo fa più quando si tratta di appalti pubblici”.
POSTI DI LAVORO A RISCHIO NEL SETTORE DELLE COSTRUZIONI
Si parla di 30mila posti di lavoro a rischio(che vanno aggiunti ad altri 25mila posti di lavoro in meno che si sono persi negli ultimi due anni). Con i soldi che hanno guadagnato i gruppi consiliari del Lazio: 20 milioni in tre anni potevano essere salvate centinaia di aziende e migliaia di operai non avrebbero perso il posto di lavoro.
CASSA INTEGRAZIONE
Per tamponare la crisi dell’edilizia il monte ore autorizzato passa da 2,6 a 3,8 milioni di ore (con un aumento del 43,5%, contro la media nazionale del 36,3%). La cassa integrazione della regione passa da 635mila a 982mila ore ( con un aumento del 54,7%).
OPERE CHE RISCHIANO DI NON PARTIRE A CAUSA DELLA CRISI DELLA GIUNTA REGIONALE
Secondo lotto della strada statale dei Monti Lepini, interrotti per mancanza di fondi da parte della Regione, la città dello sport Tor Vergata a Roma, la Cisterna-Valmontone e l’Orte Civitavecchia , Centro congressi all’Eur, ampliamento della Fiera di Roma, Interventi di social housing per 3.400 alloggi.
RICHIESTE DEL SINDACATO INEVASE DALLA PASSATA GIUNTA REGIONALE
Avevamo chiesto la costituzione dell’Osservatorio Regionale sugli Appalti al fine di garantire la trasparenza dei procedimenti amministrativi,con pubblicazione su apposito sito internet degli avvisi e dei bandi di gara , il controllo dell’appalto sino alla consegna ed al collaudo. Il Lazio ha la percentuale media di ribasso delle gare pubbliche nel settore delle costruzioni, del 28,5% con punte che spesso superano il 50%, seconda in Italia, preceduta soltanto dalla Campania (29%).
Avevamo chiesto inoltre di avviare i tavoli cantierabili e di sbloccare i crediti, ma i politici erano intenti a mangiarsi la torta, anzi tutta la pasticceria, dopo aver consumato ostriche e champagne, e per l’edilizia regionale non sono rimaste neanche le briciole. E mentre un piccolo gruppo di disonesti festeggiava a sbafo, gli operai continuano a fare sacrifici per arrivare alla fine del mese, quando già non hanno perso il posto di lavoro.