E’ partita il 21 giugno scorso e si concluderà a settembre la campagna di informazione e sensibilizzazione sulla sicurezza in edilizia promossa da A.S.C. – Associazione per la Sicurezza delle Costruzioni del Lazio. Costituita nel 2009 dalle federazioni sindacali regionali dell’edilizia Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil, A.S.C. – libera associazione senza scopo di lucro – opera all’interno del sistema Edilcassa, al quale aderiscono cooperative, artigiani e PMI delle costruzioni del Lazio, con l’obiettivo di rafforzare la tutela, la sicurezza e la salute dei lavoratori del settore, sia all’interno del cantiere che in qualsiasi altro luogo di lavoro.
Ai nastri di partenza, la campagna di informazione sulla sicurezza in edilizia si articolerà in 30 assemblee con i lavoratori dei cantieri della regione, e prevederà la diffusione di materiali e opuscoli informativi, sopralluoghi preventivi in cantiere, sessioni di formazione rivolte ai lavoratori. Le assemblee, che si svolgeranno presso i cantieri coinvolgendone i lavoratori, verteranno sia sulla normativa in materia di sicurezza, a partire dal Testo Unico (D.lgs n.81/2008 e s.m.i.), che sull’applicazione delle norme di buona prassi, attraverso un confronto aperto con i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale (R.L.S.T.) di A.S.C. e l’impiego di una metodologia semplice e diretta. L’iniziativa nasce a seguito dello scenario emerso dai sopralluoghi effettuati nei cantieri del Lazio, aderenti al sistema Edilcassa, dai 6 Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale (R.L.S.T.), nei primi 12 mesi di attività dell’Associazione, ovvero dal 1° novembre 2009 al 31 dicembre 2010.
Di seguito la sintesi dei dati emersi dall’indagine.
Su un campione di 310 cantieri laziali visitati, sia pubblici che privati, l’84,4% ha presentato almeno un’inadempienza: parapetti assenti o non a norma (44,9%), inadatti pertanto ad impedire la precipitazione nel vuoto di persone ed oggetti, ponteggi non bene ancorati o inidonei alle caratteristiche del terreno (31,9%), soggetti dunque a smottamenti e cedimenti, passerelle improvvisate o di fortuna (11,4%), impianti elettrici inadeguati (37,1%), scavi non protetti (5,9%), segnaletica insufficiente (3,6%), viabilità ostruita o non in ordine (13%), assenza presso il cantiere della documentazione di legge (11,7%), insufficiente utilizzo dei dispositivi individuali di protezione (15%). L’83,5% dei lavori visionati, pari a 255 cantieri, era localizzato a Roma e provincia (6,8% appalti pubblici, 76% appalti privati). La restante parte, ovvero il 16,5%, nelle altre province.
A seguito delle verifiche effettuate dai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale di A.S.C. il 73,9% dei cantieri inadempienti ha provveduto, su semplice segnalazione, alla propria normalizzazione, mentre nel 10,5% dei casi, rappresentato soprattutto da aziende irregolari esterne a qualunque sistema di contrattazione, è stato necessario richiedere l’intervento delle Asl e degli organi ispettivi previsti dalla normativa vigente.
Pesanti le ripercussioni della crisi sulla sicurezza nei cantieri riscontrate dall’indagine, sia in termini di contenimento degli investimenti necessari a garantire la medesima, troppo spesso percepita come un semplice costo, che sulla formazione, attraverso una progressiva destrutturazione delle specializzazioni professionali ed un crescente livellamento verso i profili meno qualificati. Tra gli altri effetti imputabili alla recessione in atto, particolarmente grave in edilizia, sono stati inoltre registrati: un notevole incremento dei margini di ribasso e della scontistica praticati su gare e bandi, unitamente ad una crescita esponenziale nella dilazione dei termini di pagamento nel caso di opere pubbliche, con evidenti ripercussioni sia sulla sicurezza che sul lavoro regolare.
La crisi ha determinato un inasprimento dei fenomeni di caporalato, con conseguente “militarizzazione” dei cantieri da parte della criminalità, nutrito la percentuale dei lavoratori irregolari, infoltito le schiere del lavoro nero e del lavoro grigio, accresciuto le infiltrazioni malavitose, particolarmente nelle aree a sud di Roma e nelle provincie a sud del Lazio. Sul fronte delle imprese, nello specifico, l’indagine ha rilevato una diffusa tendenza ad ingenerare confusione tra meri adempimenti normativi e reale contenimento dei pericoli in materia di sicurezza.
Per Stefano Macale, segretario generale della Filca-Cisl del Lazio, “i sindacati di categoria dell’edilizia sul tema della sicurezza nel settore delle costruzioni hanno sempre avuto un unico pensiero ed hanno sempre dimostrato di essere uniti senza alcuna divisione. La costituzione dell’Associazione per la Sicurezza delle Costruzioni del Lazio è l’ennesima dimostrazione che le organizzazioni sindacali Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil sono da sempre in prima linea per combattere abusi e irregolarità nei cantieri della regione. Il dato fornito dai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza Territoriale sui controlli effettuati nel 2010 è emblematico: oltre 8 cantieri su 10 visitati non erano in regola. Su segnalazione degli R.L.S.T., in quasi il 74% dei cantieri inadempienti si è immediatamente provveduto a ripristinare lo stato di sicurezza”.
“Il lavoro di informazione e sensibilizzazione promosso dall’Associazione per la Sicurezza delle Costruzioni del Lazio – aggiunge Macale – è dunque fondamentale per la tutela e salvaguardia delle maestranze. Soltanto attraverso continui sopralluoghi preventivi è infatti possibile debellare il fenomeno del lavoro nero e del lavoro grigio, salvare vite umane e denunciare le imprese inadempienti. Il lavoro di A.S.C è inoltre fondamentale per attuare iniziative di formazione, informazione continua e aggiornamento dei lavoratori”.