Nel ventesimo anniversario delle stragi di mafia di Capaci e via D’Amelio, sabato 12 maggio prossimo è in programma una giornata ricca di personalità e incontri. A Cermenate un anno fa il Ministero dell’Interno con l’Agenzia Nazionale per la Gestione dei beni sequestrati e confiscati hanno assegnato al Progetto San Francesco con Jus Vitae di Padre Antonio Garau una villetta confiscata alla ‘ndrangheta.
Da allora si sono tenuti oltre sessanta incontri in tutta Italia e nel comasco per promuovere la cultura della legalità e della lotta alle mafie nel mondo del lavoro e nella società. Oggi molti comuni, da diverse parti d’Italia hanno aderito al Progetto San Francesco, l’ultimo proprio Monasterace in provincia di Reggio Calabria, famoso per l’azione del Sindaco antimafia Maria Carmela Lanzetta. L’intento del Progetto è quello di creare un movimento per la lotta alle mafie come centralità nel recupero della competitività per l’occupazione, oggi frenata anche dal gioco sporco delle cosche.
“Serve una nuova strategia territoriale di responsabilità sociale e di coesione istituzionale per uscire dalla crisi e per difendere il bene comune, le tradizioni e la capacità di innovare. Il nostro capitale sociale non può essere trattato al ribasso. Per sbloccare la situazione di stagnazione e di recessione serve una nuova strategia di governo, che coinvolga i tre fuochi della governance del territorio: la politica, le imprese e il mondo del lavoro con il sindacato. Serve creare nuova occupazione, partendo dal recupero degli esuberi, ma anche dal patrimonio professionale che i lavoratori esperti rappresentano anche se attualmente “in attesa”, partendo dalla centralità della convenienza della legalità” – Così Gerardo Larghi segretario generale della Cisl di Como, il sindacato fondatore del Progetto San Francesco.
“Serve una strategia di recupero economico della lotta alle mafie. Serve un patto territoriale tra enti locali, comuni innanzi tutto, tra loro omogenei finalizzato al superamento del patto di stabilità di bilancio. Comprendendo le sanzioni che tale azione prevede non è pur tuttavia possibile mantenere una posizione che risale ad un’epoca precedente la crisi attuale. La crisi morde la società, le imprese sono in difficoltà, i piccoli imprenditori e gli artigiani disperati soffrono in silenzio. Le tutele si riducono e il consenso delle mafie cresce. La politica tace le proposte, che forse non ha, e il virus del populismo va a braccetto con un tecnicismo che poco conosce delle dinamiche sociali: serve subito la crescita, attraverso le white list e la patente a punti per le imprese e sostegno economico e bancario garantito per chi assume e denuncia i ricatti usurai” – così Battista Villa presidente del centro studi sociali contro le mafie del Progetto San Francesco.
Alessandro de Lisi, direttore del Progetto, rilancia con le proposte urgenti: “Da Cermenate alla Calabria, fino a Roma, serve rendere concreto il valore economico della legalità, la convenienza della lotta alle mafie, il ruolo di freno delle cosche e della zona grigia con una patrimoniale sui capitali confiscati ai mafiosi: i beni confiscati assegnati alle pubbliche
amministrazioni e non utilizzati dalle associazioni siano la garanzia bancaria per i piccoli e medi imprenditori in difficoltà, mentre le banche rinuncino ai mutui accesi ai mafiosi e gravanti su molti beni confiscati. A trent’anni dall’omicidio di Pio La Torre lo Stato risponda concretamente alla crisi, con il welfare della legalità”.
“I comuni siano protagonisti del welfare della legalità, iniziando a rafforzare una rete di distretto antimafia, operando insieme e senza aggravi economici a favore di un manifesto territoriale contro le mafie e per lo sviluppo. La Lombardia è terra operosa e fertile di distretti industriali, oggi serve un altro e utile distretto della responsabilità sociale” – Mauro Roncoroni, sindaco di Cermenate, comune partner del Progetto San Francesco.
Marco Bentivogli, Segretario Nazionale Fim Cisl aggiunge: “L’illegalità diffusa è tutt’altro che un “ripiego di necessità” della crisi ma ne è il terribile volano. L’economia fatta di corruzione, evasione fiscale, criminalità sequestra risorse all’economia reale agli investimenti e sta aiutando la desertificazione industriale delle aree più esposte del paese. La Fim Cisl con l’iniziativa di Cermenate vuole portare il contributo della migliore tradizione del movimento operaio e sindacale industriale in un forte e propulsivo lavoro di squadra del sociale che, aderendo e sostenendo il Progetto San Francesco, trova da tempo un inedito spazio positivo di iniziativa e di proposta”.
Lungo l’elenco dei protagonisti della prossima giornata nazionale a Cermenate, dedicata al lavoro e alla legalità, a partire dal Presidente del Tribunale di Milano Livia Pomodoro, al vertice di Italcementi Group Carlo Pesenti, molti dirigenti generali nazionali dei sindacati dell’edilizia, dei metalmeccanici, dei bancari come Domenico Pesenti, Marco Bentivogli e Giacinto Palladino e poi le associazioni antiracket italiane con Maria Teresa Morano, i ragazzi anti gomorra di Napoli di Nuova Cucina Organizzata con le oltre quaranta associazioni del territorio, Gaetano Saffioti, l’imprenditore calabrese che ha detto no ai boss della ‘ndrangheta. Infine un simbolo, ad arricchire la partecipazione di tutti al progetto comune: al mattino verrà piantato un albero (alle 9) nel parco Scalabrini dedicato ad Epifanio Li Puma, il sindacalista ucciso nelle Madonie dalla mafia una settimana prima di Placido Rizzotto, alla presenza del figlio e dei familiari.