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L’AQUILA, NEL 2012 HANNO CHIUSO I BATTENTI 2.056 AZIENDE

L’AQUILA, NEL 2012 HANNO CHIUSO I BATTENTI 2.056 AZIENDE

Nel corso del 2012, nella provincia di L’Aquila, le aziende che hanno cessato l’attività sono 2.056, alle quali si aggiunge la Cosmo Spa di Sulmona. L’azienda produttrice di parquet e finiture di legno in questi giorni ha firmato l’accordo sindacale per la mobilità dei 40 lavoratori, questo determina la chiusura dello stabilimento pelino e il licenziamento dei dipendenti. La notizia della chiusura arriva appena sei anni dopo la firma del verbale d’affitto, nel mese di dicembre 2007, tra la Cosmo Industrie Spa, controllata dalla Tes Group, e la Cosmo Spa, per scongiurare la chiusura e per la rinascita del comprensorio della provincia aquilana. Alla base dell’intesa si prevedeva l’impegno di acquisto da parte della Cosmo Industrie della fabbrica sulmonese produttrice di parquet. II processo di riassorbimento e di acquisizione del ramo d’azienda fu ultimato nel mese di aprile del 2009. La nuova proprietà aveva presentato un piano industriale di riassorbimento progressivo di 70 dipendenti sui 99 lavoratori totali. In realtà, a causa del calo degli ordinativi e la recessione del settore, i lavoratori ricollocati nell’azienda non sono mai stati più di 40.
“Non si tratta di un fulmine a ciel sereno ed inatteso, perché non c’erano i presupposti e i margini per chiedere il rinnovo della cassa integrazione guadagni, visto che già era stato richiesto il concordato preventivo e che la fabbrica da tempo non produceva più,- afferma Pietro Di Natale, segretario della Filca L’Aquila -. Come Cisl, insieme alla Uil, non abbiamo avuto alternative alla firma dell’accordo per la mobilità dei 40 lavoratori”. Circa un anno fa la nuova proprietà aveva avviato, di fronte alla riduzione del numero di commesse e alla crisi del mercato, le pratiche del concordato preventivo, per evitare il fallimento e trovare un accordo con i creditori. Fra questi ultimi, oltre ai fornitori dell’Europa dell’Est, sono rientrati anche i lavoratori che, grazie all’intesa raggiunta l’anno scorso tra il Comune di Sulmona e la Banca Carispaq, hanno ricevuto un anticipo bancario, tramite la garanzia dell’amministrazione pubblica, per gli arretrati delle mensilità di cassa integrazione. “II restante debito vantato dai dipenditi per il pagamento di mensilità pregresse avverrà con la vendita, totale o parziale, dei macchinari da parte del liquidatore. La vertenza Cosmo, che nel 2007 era riuscita a creare le premesse per la rinascita dell’azienda grazie al cospicuo investimento della nuova proprietà, finisce nel peggiore dei modi-continua il sindacalista della Filca aquilana -. Questa vertenza aziendale si inserisce in un quadro economico e sociale non rassicurante – afferma il segretario regionale responsabile di L’Aquila, Paolo Sangermano -. Nella provincia aquilana nel 2012 sono stati circa 9.600, tra uomini e donne, le persone che hanno fatto ricorso ad almeno uno degli interventi a sostegno del reddito e 13 mila i disoccupati. I disoccupati sono aumentati sensibilmente, nonostante il ricorso esteso agli interventi della cassa integrazione, ordinaria, straordinaria e in deroga. Nei primi 2 mesi del 2013 si registra una vera e propria esplosione della cig straordinaria. II tasso di disoccupazione (9,4%) è in aumento rispetto al 2011, mentre quello giovanile è al 36,4% superiore alla media nazionale e regionale”.
La chiusura dell’azienda Cosmo rappresenta la punta di un Iceberg, perché secondo l’indagine sul comparto manifatturiero pubblicato dal Cresa, il sistema produttivo abruzzese ed aquilano è tornato a subire una battuta d’arresto (rispettivamente del 5,6% e del 13,5%) raffrontandolo con i dati del 2011 e nonostante la ricostruzione post-terremoto. L’andamento negativo della produzione delle imprese di costruzione si conferma anche per il 2012. I livelli occupazionali del settore dell’edilizia hanno incontrato gravi difficoltà, che si sono evidenziate con una diminuzione del -11,2% degli occupati. “In Abruzzo – conclude il segretario della Filca Abruzzo- Lucio Girinelli – la crisi che l’edilizia sta vivendo negli ultimi anni in Italia, si è tradotta in una diminuzione sia delle imprese attive sia delle nuove aperture e nell’aumento del numero delle cancellazioni. Le previsioni degli imprenditori sono pessimiste, questo calo di fiducia potrebbe preludere nel 2013 a un indebolimento della produzione industriale con ripercussione sull’occupazione, in particolare nelle piccole imprese che oggi sono le più esposte alle difficoltà”.

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