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LABORATORIO FORMATIVO “PRATICHE DI CITTADINANZA E PARTECIPAZIONE”

LABORATORIO FORMATIVO “PRATICHE DI CITTADINANZA E PARTECIPAZIONE”

Nelle giornate del 21 e 22 maggio, presso l’Auditorium Antonianum di Roma, le strutture regionali Filca Lazio, Lombardia e l’area formativadel Triveneto hanno dato avvio a un Laboratorio formativo sui temi della convivenza interculturale, della cittadinanza e della rappresentanza sindacale dei lavoratori migranti.
Il progetto “Pratiche di cittadinanza e partecipazione”, strutturato su tre moduli, ha come finalità l’approfondimento dei temi dell’incontro tra culture, lo scambio di esperienze e buone prassi tra i territori coinvolti, l’elaborazione di proposte per l’azione sindacale e la contrattazione.
Durante le prime due giornate i 29 partecipanti si sono confrontati –  anche grazie alle riflessioni proposte da Giancarlo Penza della Comunità di Sant’Egidio – sulle caratteristiche socio-demografiche del fenomeno migratorio in Italia e sulle politiche e le iniziative che possono favorire processi di integrazione in un paese come il nostro, destinato ad essere sempre più multiculturale e a confrontarsi con il fenomeno delle  nuove generazioni di italiani di origine straniera.
Ulteriore oggetto di analisi sono state le ricadute della presenza dei lavoratori migranti nel settore delle costruzioni, con particolare riferimento all’edilizia, un comparto che, insieme a quello del lavoro di cura, rappresenta uno dei principali ambiti di inserimento lavorativo degli stranieri, con particolare riferimento alle realtà nel Centro-Nord. (La percentuale di addetti immigrati iscritti nelle Casse Edili delle Regioni che partecipano al Laboratorio si aggira intorno al 40%, con punte del 50% nelle aree metropolitane di Roma e Milano e in alcune città del Nord-Est). Questo dato  va letto anche alla luce dell’attuale fase di crisi economica,  che espone tutti i lavoratori del settore a una maggiore vulnerabilità lavorativa: se da una parte la contrazione della domanda di lavoro produce disagio sociale diffuso e rende più labili i “confini” tra italiani e stranieri, dall’altra rischia di minare ulteriormente l’emersione di solidarietà reciproche e di amplificare gli impatti individuali della mancanza di lavoro per quanti, provenendo da paesi extraeuropei, rischiano di perdere il diritto di soggiorno a causa di una disoccupazione prolungata.
Il dialogo tra i partecipanti del Laboratorio, anche grazie alla ricchezza e all’eterogeneità della sua composizione – Dirigenti e Operatori di differenti provenienze territoriali e nazionali – ha permesso di narrare ed esplorare le ipotesi, le modalità e le pratiche, anche innovative, con cui come organizzazione sindacale ci confrontiamo con la sfida della rappresentanza di tutti i lavoratori e con la possibilità di integrare nelle politiche contrattuali, in un’ottica di universalità dei diritti, anche le specificità dei bisogni dei nuovi cittadini di origine straniera.
Dalle riflessioni è emersa la necessità di lavorare con una progettualità continuativa e diffusa su questi temi, sperimentando e diffondendo nuove modalità di contatto e incontro con le comunità, promuovendo – in rete con gli altri soggetti del sistema Cisl e del territorio – iniziative che favoriscano l’incontro e la socializzazione tra persone con diverse storie e provenienze, l’accesso alle informazioni e la cultura dei diritti. Soprattutto è emersa la necessità di educarci, come uomini e donne che si impegnano nel sindacato, all’incontro con le differenze, pensate anche come occasione di crescita e come opportunità, per la Filca e per la Cisl, di essere promotori di convivenza e integrazione.
I successivi appuntamenti del Laboratorio, che si terranno in Lombardia all’inizio di luglio e in Veneto dopo l’estate, riprenderanno i fili di questo lavoro, riprendendo e approfondendo i temi dei diritti di cittadinanza, della contrattazione e della cultura dell’incontro.

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