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La sicurezza nei cantieri passa per la lotta al sommerso

La sicurezza nei cantieri passa per la lotta al sommerso

Durc, chi è costui? Fuori dalla sigla, il suo nome è:Documento unico di regolarità contributiva. Nasce dalla tragedia del terremoto dell’Umbria, nel 1997, da un’idea della Filca e della Cisl per la trasparenza delle imprese nella ricostruzione. Sullo sfondo, l’obiettivo di estendere questo strumento, che opera nell’edilizia, dall’ambito regionale a quello nazionale con riferimento soprattutto alla lotta contro il lavoro sommerso. Il cammino è lungo e non privo di difficoltà, ma a luglio dello scorso anno l’obiettivo è centrato e assume forza di legge per tutti i tipi di appalti edili, pubblici e privati (decreto 276 attuativo della legge Biagi 30/03). L’aspettativa sta nei risultati di emersione dal lavoro nero grazie ad un coordinamento delle attività nel settore da parte di Inps, Inail e casse edili che vigilano sui requisiti delle imprese le quali non possono operare senza il citato documento, per così dire, anagrafico. Se si crea un “conflitto d’interessi” tra cliente e costruttore (ossia il primo pretende dal secondo l’acquisizione del Durc), la lotta al sommerso segnerà apprezzabili successi, come riferisce Domenico Pesenti segretario della Filca Cisl, nel volumetto “L’edilizia trasparente” pubblicato da “Edizioni Lavoro”. Questa lunga ed assolutamente incompleta premessa per una riflessione suggerita da alcuni dati di cronaca. Solo a Roma, sono stati individuati nell’edilizia quarantamila lavoratori “fantasma”. L’evasione fiscale, secondo la Guardia di Finanza, sarebbe dell’ordine di 1.200 milioni di euro all’anno in relazione al sommerso. Solo nei primi cinque mesi dell’anno sono stati scoperti 472 lavoratori in nero e 365 irregolari. La percentuale di questa manodopera, per nazionalità, risulta del 70% di italiani, del 18% di africani, del 12% di immigrati dall’est Europa. Lo sfruttamento è pensante sia rispetto alla copertura sanitaria e previdenziale, che viene ovviamente omessa, sia per gli orari di lavoro (15-18 ore al giorno) che per la paga (25 euro al giorno in media). Queste cifre (che si possono completare con altri dati della Svimez che calcola nel settore dell’edilizia la percentuale di lavoro nero del 27,5% al sud e dell’11,4% al centro nord) non devono però scoraggiare nel perseguire tenacemente l’obiettivo di più efficaci controlli e di un maggior coordinamento degli organi ispettivi e degli enti e di istituti che nel Durc hanno concretizzato uno strumento nuovo e potenzialmente efficace. La sua adozione ha fatto voltare pagina in un settore dove, ai dati sopra riferiti, andrebbero aggiunti per doverosa completezza quelle delle morti e degli infortuni di cui responsabile principale è proprio il sommerso.

Essetì

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