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LA DIA CHIUDE I CANTIERI ALLA SOCIETA’ “CONDOTTE”

LA DIA CHIUDE I CANTIERI ALLA SOCIETA’ “CONDOTTE”

Reggio Calabria
La Filca chiede tutele per i 450 operai
Blocco dei cantieri e riposo forzato per circa 450 operai edili. Sono gli effetti immediati, in Calabria, del ritiro del certificato antimafia alla società di costruzioni “Condotte”, impegnata in due lotti della Salerno-Reggio Calabria ed in uno della Statale 106 Jonica. Nei giorni scorsi, infatti, il prefetto di Roma ha negato il nullaosta antimafia alla società, la terza del settore in Italia per fatturato, giustificando la motivazione con la presenza di legami con la criminalità organizzata calabrese. Un provvedimento che ha provocato la presa di posizione del ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, che ha invitato l’Anas a revocare i contratti in essere alla società, invito accolto immediatamente. “Quella del prefetto di Roma è una decisione pesante e delicata – afferma il segretario generale della Filca calabrese, Enzo Pelle – sul merito della quale non ci permettiamo di interferire. Ma il nostro ruolo è quello di tutelare i lavoratori coinvolti da questo provvedimento, e a catena da quelli del ministro e dell’Anas, e quindi chiediamo con urgenza soluzioni alternative che possano permettere la riapertura dei cantieri”. Il sindacalista pensa a provvedimenti ad hoc quali una legge speciale sulla Calabria o l’intervento del Genio militare. “I cantieri devono andare avanti anche senza “Condotte” – sostiene Pelle – perché è impossibile pensare di bloccare processi di sviluppo in una regione, la Calabria, che sconta ritardi epocali. Non ci può essere soltanto repressione, anche se giustificata da accuse gravissime come quella di infiltrazioni mafiose, senza però pensare a soluzioni per ovviare alle conseguenze provocate”. Per alcuni dei 450 lavoratori edili impegnati nei tre cantieri (le tratte Serre-Mileto e Mileto-Rosarno sulla Salerno Reggio-Calabria e la variante di Palazzi sulla Statale 106 Jonica) è già partita una trattativa per la concessione di ammortizzatori sociali. La revoca del certificato antimafia potrebbe avere un effetto domino su molte altre opere nelle quali la società “Condotte” è impegnata su tutto il territorio nazionale, tra le quali l’Alta Velocità ferroviaria ed il Mose di Venezia. “La vicenda “Condotte”, come anche quella che ha visto recentemente coinvolta la “Calcestruzzi” – afferma il segretario nazionale della Filca, Giuseppe Moscuzza – impone una seria riflessione. Fermo restando il corso della giustizia, ritengo sia giusto interrogarsi sulla necessità di separare gli effetti della responsabilità oggettiva, che va perseguita, dal destino delle imprese e quindi dei lavoratori e delle collettività interessate alla esecuzione delle opere”.

Vanni Petrelli

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