LA CONTRATTAZIONE ED IL RISCATTO DEL SUD

LA CONTRATTAZIONE ED IL RISCATTO DEL SUD

Da Eugenio Serafino (coordinamento formazione Filca Cisl area sud) abbiamo ricevuto un contributo che pubblichiamo integralmene di seguito.
Nei giorni 30 novembre e 1 dicembre 2009 la struttura Area Sud della Scuola di formazione sindacale “Pino Virgilio” della Filca Cisl ha svolto a Matera una sessione di studio sul tema della contrattazione, modulata su quattro unità didattiche.
All’iniziativa, promossa dai segretari generali componenti la struttura formativa Santino Barbera, Luciano Belmonte, Michele La Torre, Crescenzio Gallo e Giovanni D’Ambrosio, hanno preso parte 74 tra operatori a tempo pieno e quadri della Sicilia, Calabria, Basilicata, Puglia e Campania.
L’attività didattica, curata dal coordinamento dell’Area Sud, ha visto coinvolti nella qualità di relatori i segretari nazionali Paolo Acciai, Riccardo Gentile e Franco Turri.
Le tematiche delle giornate di formazione hanno abbracciato gli elementi delle relazioni industriali, la democrazia economica, l’edilizia e il Mezzogiorno.
– Nella prima unità didattica sono stati esaminati gli elementi delle relazioni industriali e dell’azione sindacale allo scopo di introdurre il tema del percorso formativo (i partecipanti hanno avuto la possibilità di muoversi liberamente sull’argomento, ponendo in risalto ciò che era utile, secondo il loro punto di vista, sapere e/o approfondire) e di specificare le ragioni e le conseguenze che contrassegnano nella contingenza la fase dei rinnovi contrattuali.
– Nella seconda unità didattica è stata analizzata la questione della partecipazione e della rappresentanza dei lavoratori nel luogo di lavoro, evidenziando la rilevanza dell’azione sindacale e la promozione per via contrattuale (DDL “Ichino”), e recuperando, in termini di apprendimento, i concetti, le tradizioni, i casi e le ipotesi della cosiddetta “democrazia economica”.
– Nella terza unità didattica è stato sviluppato l’argomento della contrattazione in edilizia, quale parte costitutiva e preminente dell’azione sindacale della Filca Cisl nella realtà del Mezzogiorno, ponendolo in relazione con i fattori stimolanti della militanza e del dovere del sindacalista.
– Il tema della contrattazione e dell’occupazione nel Mezzogiorno è stato, infine, approfondito nella quarta unità didattica organizzata sotto forma di tavola rotonda cui hanno preso parte l’economista Leonardo Cuoco, il componente della Commissione RIAS ANCE nazionale Fabrizio Nardoni, il segretario generale della Cisl Basilicata Nino Falotico, il segretario nazionale della Filca Cisl Franco Turri ed il giornalista Luigi Cannella (che ha moderato il dibattito).
La tavola rotonda ha avuto come scenario alcune considerazioni poste in essere, a distanza di più di 50 anni, da Giulio Pastore e Raffaele Bonanni. La riflessione di partenza è stata offerta da un’asserzione di Giulio Pastore, proprio parlando di sviluppo e di azione sindacale al Sud, riportata in un articolo di giornale nel 1957: «A sposarsi bisogna essere in due. Nell’attività economico-sociale per dare successo ad una azione di riforma bisogna essere in tre; e precisamente: lo Stato, il sindacato dei lavoratori, il sindacato degli imprenditori. Se manca una di queste forze, non si fa niente, come è chiaro. Lo Stato non può fare tutto: ci vuole anche l’iniziativa privata. L’iniziativa privata non può fare tutto: ci vuole anche l’azione pubblica. A che punto siamo oggi?». Erano i tempi della Cassa per il Mezzogiorno. Sono trascorsi più di cinquanta anni (saranno gli anni della Banca del Sud?) e quelle parole sono alquanto attuali. E, in ogni caso, da sole sono in grado di dare impulso ad un’utile confronto. La questione del Mezzogiorno è sempre rimasta “aperta” ed è stata ripresa nella relazione che Raffaele Bonanni ha reso al Comitato Esecutivo della Cisl, riunito a Roma il 10 novembre 2009. Il segretario generale della Cisl ha voluto ricordare al governo l’impegno che si è assunto per sostenere un «Patto di responsabilità per il Sud». Parafrasando Raffaele Bonanni come cittadini italiani si è chiamati a reclamare che venga restituita «credibilità allo sviluppo meridionale come interesse politico ed economico nazionale, oggi al minimo storico», consapevoli del fatto che la crescita del Mezzogiorno è un problema «più politico che economico», in quanto «riguarda, innanzitutto le responsabilità di molte delle dirigenze politiche ed amministrative, regionali e locali». In questa direzione, come ha affermato l’ANCE nell’«ultima denuncia documenta», il dato cui si deve fare riferimento «è l’efficienza della spesa pubblica che al Sud è meno della metà rispetto al Nord».
Nella sua relazione, Bonanni continua a dire che le istituzioni politiche di tutti i livelli hanno l’obbligo, altresì, di promuovere la «partecipazione dei cittadini nei territori, la presa di coscienza dei problemi», rendendoli corresponsabili delle «decisioni per il bene di tutti». Questa ultima affermazione si combina perfettamente con un ulteriore passaggio del succitato articolo di Pastore, nel quale si legge: «È necessario, invece, per il bene del Mezzogiorno, che il sindacato sia forte, e che siano forti tutte le moderne forme associative. Non solo è necessario, ma indispensabile. È ormai dimostrato infatti che l’intervento dello Stato, effettuato in un’area sottosviluppata, quale è appunto quella del Mezzogiorno, non raggiunge il suo risultato e non ottiene il successo, se le popolazioni interessate non si fanno collaboratrici, in forze associate, dell’intervento».
Queste considerazioni di livello politico-sindacale tradotte in chiave formativa, hanno consentito di completare l’analisi del modello sindacale (e, quindi, contrattuale) nelle regioni del Sud, con riferimento al settore delle costruzioni e ai suoi elementi caratterizzanti, affidando ai partecipanti l’incombenza di ridare attualità, ciascuno di ritorno nella propria realtà territoriale, all’interrogativo di matrice cislina: «A che punto siamo oggi?».

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