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“LA CITTA’ CHE VOGLIAMO”, INIZIATIVA AL FORUM URBANO MONDIALE DI NAPOLI

“LA CITTA’ CHE VOGLIAMO”, INIZIATIVA AL FORUM URBANO MONDIALE DI NAPOLI

Il problema del disagio abitativo è uno dei temi del Forum Urbano Mondiale delle Nazioni Unite, in programma a Napoli fino al prossimo 7 settembre. Al suo interno, lo IUT (il sindacato mondiale degli inquilini) in collaborazione con il SICET, la CISL, la FILCA, l’FNP e l’ANOLF, ha organizzato per domani, 4 settembre, un convegno che svilupperà il tema della necessità di abitazioni in affitto accessibile nelle città, come elemento di inclusione sociale e di benessere delle persone. L’iniziativa, sul tema “La città che vogliamo: tra regole e solidarietà, opportunità e innovazione per uno sviluppo sostenibile e di coesione sociale”, si svolgerà alla Mostra di Oltremare con la partecipazione di rappresentanti delle Nazioni Unite, docenti universitari, parlamentari europei e sindacalisti provenienti da vari continenti. SCARICA IL PROGRAMMA COMPLETO
Interverranno Lina Lucci, Segretario Generale CISL Campania, il Prof. Uberto Siola, Coord. Scientifico World Urban Forum, il Prof. Giovanni Pieretti, dell’Università di Bologna, l’On. Marcello Taglialatela, Assessore all’Urbanistica, Governo del territorio,
Edilizia pubblica ed abitativa della Regione Campania, Franco Turri, Segretario Nazionale FILCA-CISL, Attilio Rimoldi, Segretario Nazionale FNP, Luigi De Falco, Assessore all’Urbanistica ed alle Politiche della Casa del Comune di Napoli, Mohamed Saady, Presidente Nazionale ANOLF, Guido Piran, Segretario Generale SICET. Moderatore sarà Alfonso Ruffo, Direttore de “Il Denaro”. Conclusioni affidate a Fulvio Giacomassi, Segretario Confederale CISL.
Il convegno “La città che vogliamo” è l’occasione per rendere evidente a tutti la necessità di riprogettare e ricostruire le città in una logica di coesione sociale e sostenibilità. Senza consumare altro prezioso suolo ma recuperando gli edifici esistenti con l’applicazione di criteri energetici volti al risparmio energetico e alla sostenibilità ambientale e civile potremmo creare un ambiente migliore e insieme migliaia di posti di lavoro che farebbero da volano ad una ripresa dell’occupazione e dell’economia.
E’ ormai risaputo come gli edifici siano i maggiori consumatori di energia e, se unissimo questa consapevolezza all’analisi del degrado e della scarsa vivibilità delle nostre città, vedremmo come sarebbe urgente e indispensabile interveniresubito: farlo oggi avrebbe inoltre il vantaggio di rimettere in moto l’economia stantia del nostro paese, come la Filca Cisl chiede ormai da quattro anni al governo.
Ricostruire una “buona” città con una altrettanto “buona edilizia” che si basi su criteri di qualità costruttiva a risparmio energetico, antisismica e rispettosa dell’ambiente con un “buon lavoro” eseguito in regolarità e sicurezza, senza infiltrazioni criminali e libero da illegalità, con l’applicazione dei contratti di lavoro e il rispetto della dignità dei lavoratori, è il nostro obiettivo prioritario.
Per far questo sono importanti gli incentivi varati dal governo, ma non bastano: bisogna trovare nuove risorse che devono essere tolte dalla speculazione e indirizzate ad attività produttive. Serve un maggior impegno e coinvolgimento del sistema bancario e della finanza: è ora che le banche restituiscano alla collettività gli aiuti che hanno ricevuto sotto forma di investimenti, di mutui agevolati, di interventi  per la realizzazione di un edilizia sostenibile, di abitazioni a canone calmierato ecc.
Infine, in un periodo in cui il lavoro ci sarebbe (oltre al tema oggetto del convegno, basti pensare solamente alla necessità di mettere in sicurezza il territorio e mettere a norma degli edifici pubblici, a partire dalle scuole, alla carenza infrastrutturale ecc.), ma, come pare, mancano i soldi, sarebbe ora di lavorare per rendere più democratica e partecipata la finanza con il coinvolgimento dei fondi pensione in progetti di investimento finalizzati allo sviluppo con garanzia di rendimento per i lavoratori, ma anche per questo, servirebbero le opportune garanzie normative accompagnate da una crescita culturale e politica che veda tutti artefici del benessere complessivo della società e non solo delle proprie posizioni individuali.

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