Dal frigorifero alle scarpe, dal profumo alla tovaglia, dalla tv alla chitarra. Ma anche dal biglietto per il parco di divertimento all’iscrizione in palestra, fino alla parcella all’avvocato o all’affitto del garage. È lungo l’elenco dei prodotti di largo consumo che sono a rischio rincaro, con il passaggio dell’aliquota Iva del 20% al 21%. Per i consumatori i rincari sono scattati da sabato scorso e gli acquisti del week-end hanno scontato quindi l’Iva più alta. Infatti, le novità della manovra, introdotte durante l’esame parlamentare, sono entrate in vigore il giorno successivo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Nessun rincaro invece dovrà esserci per pane e latte, pomodori e giornali, per fare degli esempi di prodotti con Iva al 4%. Complicato orientarsi per chi mangia cioccolata: aumenti in vista per le confezioni di pregio, prezzi fermi invece per le comuni ‘”tavolette”. Discorso analogo per il caffè‚ è da aspettarsi un rincaro per la confezione al supermercato, invariato dovrebbe restare il prezzo della tazzina al bar, perche nel primo caso l’Iva è al 20 e aumenterà al 21% nel secondo caso è al 10% e resta com’è. L’aumento sul singolo acquisto si sentirà poco: per un paio di scarpe da 120 euro, l’aumento sarà di appena 1 euro. Ma è previsto che la norma porti complessivamente nelle casse dello Stato 700 milioni di euro già quest’anno e 4,2 miliardi di euro l’anno dal 2012. Insomma l’esborso per le famiglie potrebbe oscillare dai 123 euro calcolati dalla Cgia di Mestre ai 173 da Federconsumatori e Adusbef fino ai 500 euro che preoccupano le catene di distribuzione come la Coop.
Più caro anche il pieno per l’auto. Con l’aumento dell’Iva – ha calcolato l’Unione Petrolifera – il prezzo della benzina aumenterà di 1,2-1,3 centesimi al litro. Le fatture differite relative alle consegne di beni effettuate nel mese di settembre 2011, emesse entro il 15 ottobre, indicheranno due aliquote Iva ordinarie differenti: il 20% per le consegne effettuate fino al 16 settembre (compreso), e il 21% per quelle successive. Nulla vieta, però, di emettere nei confronti dello stesso cliente due differenti fatture differite. L’articolo 21, comma 4 Dpr 633/1972, infatti, prima concede la possibilità di emettere una fattura differita per ogni cessione di beni documentata da documento di trasporto o da altro documento simile, poi prevede la possibilità di emettere anche “una sola fattura per le cessioni effettuate nel corso di un mese solare fra le stesse parti”. La conferma arriva dalla circolare 31 ottobre 1974, n. 42, secondo la quale per le cessioni effettuate nel corso di un mese solare fra le stesse parti si può emettere una unica fattura che riepiloghi le operazioni effettuate nel mese ovvero più fatture che riassumano operazioni effettuate in periodi più brevi del mese stesso. Quindi, le cessioni effettuate nei confronti di un medesimo soggetto nel mese possono anche essere riepilogate in più fatture, fermo restando l’obbligo di indicare in fattura gli estremi dei documenti di trasporto emessi.
I consumatori comunque non abbasseranno il livello di guardia. Pietro Giordano, segretario generale di Adiconsum: “Vigileremo per respingere gli aumenti ingiustificati. Attivato servizio monitoraggio aumento prezzi”. E lancia un appello ai consumatori: “Segnalate gli aumenti alle nostre sedi territoriali”. “L’aumento dell’Iva dal 20 al 21%, contenuto nella manovra appena approvata – ha dichiarato Pietro Giordano – oltre che produrre effetti negativi sui consumi degli italiani, rischia di realizzare effetti perversi sui prezzi dei beni soprattutto di prima necessità (alimentari, abiti, ecc.). Così come avvenne in occasione del passaggio dalla Lira all’ Euro gli arrotondamenti a rialzo dei prezzi operati soprattutto dai commercianti sono un rischio più che concreto”.
Ma c’è un bel paradosso: scatta l’Iva al 21% ma i registratori di cassa non sono pronti: la senatrice Svp Helga Thaler Ausserhofer ha chiesto al Ministro dell’Economia di prevedere un congruo tempo per consentire ai cittadini di applicare correttamente l’aumento dell’Iva e di fare gli adeguamenti tecnici necessari. “I commercianti però non hanno abbastanza tempo per chiamare i tecnici e fare i necessari interventi d’aggiornamento del software dei registratori di cassa”, ha detto Thaler Ausserhofer. “È indispensabile mettere sempre il contribuente nelle condizioni di adempiere agli obblighi previsti dalle leggi”, ha concluso la senatrice nella sua lettera a Tremonti. Proprio una bella tutela dei contribuenti.