L’Italia sul fronte dell’uscita dalla crisi rimane indietro. Lo rileva il centro studi di Confindustria che ha limato al ribasso le stime del Pil, prevedendo che la crescita si fermerà al +1% nel 2010 (rivisto dal +1,2%) ed al +1,1% nel 2011 (dal +1,3%).
Per gli economisti di via dell’Astronomia in Italia “la malattia della lenta crescita non è mai stata vinta”, e il confronto con la Germania è impietoso. Per gli economisti di via dell’Astronomia “non si ritornerà sui valori prerecessivi che nella primavera del 2015. Per riagguantare entro la fine del 2020 il livello del trend, peraltro modesto, registrato tra 2000 e 2007, l’Italia dovrebbe procedere d’ora in poi ad almeno il 2% annuo”. Un obiettivo “raggiungibile in un arco di tempo ragionevole, come insegna la lezione tedesca, entro il 2012 secondo gli stessi documenti governativi”. Ma “per coglierlo gli strumenti messi in campo appaiono insufficienti”.
Anche per questo il disavanzo e il debito risulteranno più elevato, come indicato anche dalla commissione europea. “Il deficit – dicono gli analisti di viale dell’Astronomia – si situa al 5,1% del Pil nel 2010, al 4,2% nel 2011 e al 3,2% nel 2012. Il debito arriverà al 120,3% del Pil l’anno venturo, per poi scendere al 119,8% in quello seguente”. Male anche l’occupazione. Secondo Confindustria, dal primo trimestre 2008 al terzo 2010, il numero di occupati è diminuito di 540mila unità, senza contare le ore di Cig che hanno un impatto pari a 480mila unità di lavoro.
A ottobre 2010 i disoccupati in Italia erano 2 milioni e 167mila, più del doppio rispetto ad aprile 2007. L`incidenza dei disoccupati sulla forza lavoro è passata nello stesso periodo dal 5,8% all`8,6%, e crescerà ancora. Il tasso di disoccupazione “inizierà a scendere molto gradualmente nel corso del 2012 – dice il Csc – dopo aver toccato l’apice (9%) nel quarto trimestre dell’anno venturo”. Poiché l`attività rimarrà ancora a lungo inferiore ai valori precrisi, il Csc stima che la domanda di lavoro nel complesso dell`economia italiana “risulterà frenata anche nei prossimi trimestri”.
(dal sito www.conquistedellavoro.it)