Sit in di protesta ieri mattina davanti al Comune di Porto Empedocle (Agrigento) per continuare a tenere accesi i riflettori sulla vertenza Italcementi. L’azione di lotta non arretrerà di un millimetro fino a quando non sarà convocato il tavolo di confronto con la holding del cemento affinché venga applicato nella sua interezza l’accordo del 2014 per la ricollocazione dei lavoratori (anche presso altri stabilimenti) posti in mobilità.
“Questa parte di Sicilia – ha dichiarato franco Iudici, segretario generale della Filca-Cisl Agrigento Caltanissetta Enna – non può continuare ad offrire il fianco alla perdita di speranza e di futuro: vogliamo risposte concrete, diversamente s’alzerà il tono della protesta non escludendo iniziative di lotta anche presso la Presidenza della Regione Sicilia. C’è voglia di futuro e occupazione. Vogliamo certezze e non proclami. Vogliamo distinguerci dallo stile made in Italy, solo annunci, tanto fumo e poco arrosto. La Filca Cisl vuole ricordare le doti di laboriosità di questo popolo che può contare su un capitale umano di eccezionale dimensione, vero potenziale spesso nascosto che potrebbe fare di questo territorio una comunità indomita e generosa”.
“Territori caratterizzati da una percentuale altissima di disoccupati tra i giovani e gli adulti: quando si pensa che tantissimi di loro si avviano forse all’età del pensionamento senza aver mai avuto, per lo meno in forma stabile, esperienze significative di lavoro e la gioia che da esse si ricavano, non si può non ribadire con forza che ogni uomo e ogni donna hanno diritto ad un lavoro che possa loro assicurare il necessario sostentamento per sé e per la propria famiglia. La Filca Cisl riafferma ad alta voce tale diritto: è compito, però, soprattutto della classe politica ad ogni livello adoperarsi perché tale diritto non rimanga parola vana. L’ammortizzatore sociale non è la soluzione definitiva alla crisi del settore delle costruzioni. Le prestazioni a sostegno del reddito non potranno avere una durata infinita e colmare sempre le lacune di un sistema economico: nascono, infatti, come misura temporanea per superare una difficoltà legata alla momentanea crisi di lavoro”, ha concluso Iudici.