Otto ore di sciopero l’11 ottobre per i lavoratori del Gruppo Italcementi e una manifestazione nazionale sotto la sede dell’azienda a Bergamo. Il coordinamento nazionale delle Rsu del Gruppo nella riunione romana di lunedì ha deciso una serie di mobilitazioni tra cui il blocco degli straordinari in tutte le ditte del Gruppo, il blocco delle attività delle imprese esterne ed un pacchetto di 16 ore di sciopero (di cui le prime 8 ore ore si svolgeranno appunto l’11 ottobre). La decisione è arrivata dopo l’annuncio da parte della società di voler chiudere diversi stabilimenti in Italia (almeno sei su tredici) tra cui Scafa, in provincia di Pescara, entro la fine di gennaio 2015. II fermo della produzione comincerà già da febbraio del prossimo anno e i lavoratori saranno messi in cassa integrazione. Ma i sindacati e i lavoratori non ci stanno: “Il rispetto dell’accordo esistente sulla Italcementi, sottoscritto a gennaio e confermato nei mesi successivi parlava, per lo stabilimento di Scafa, di ristrutturazione e cassa integrazione, non di chiusura – affermano con forza Lucio Girinelli (Filca Cisl) e Giovanni Panza (Feneal Uil)” insistendo che in Abruzzo c’è ancora bisogno di Italcementi: “Basta pensare alla ricostruzione aquilana”. Ma la società non sembra disposta a tornare indietro, considerato che la decisione è stata già presa dal consiglio di amministrazione e, con l’attuale situazione di mercato, gli stabilimenti del centro Italia, a detta dei vertici del Gruppo, sarebbero addirittura eccedenti, come produzione, rispetto alla necessità aziendale.