Si fa duro lo scontro tra Italcementi e i sindacati di categoria Filca-Cisl, Feneal-Uil e Fillea-Cgil, dopo l’annuncio dell’azienda di voler dismettere alcuni stabilimenti, nonostante gli accordi già firmati non lo prevedessero. Il Coordinamento delle Rsu Italcementi, insieme alle strutture nazionali e territoriali dei sindacati, ha annunciato una serie di iniziative di protesta: il blocco immediato degli straordinari negli stabilimenti maggiormente interessati alla produzione a ciclo completo; il blocco immediato delle attività affidate alle imprese esterne e conseguente riconduzione all’organizzazione interna del lavoro consentendo il riassorbimento del maggior numero possibile di addetti; 16 ore di sciopero, 8 delle quali sono in programma il prossimo 11 ottobre con manifestazione nazionale davanti alla sede legale di Bergamo.
“Il comportamento di Italcementi è semplicemente inaccettabile – dichiara Riccardo Gentile, segretario nazionale della Filca – perché il Gruppo solo pochi mesi fa, a gennaio, aveva sottoscritto con i sindacati un accordo che tutela i lavoratori fino a gennaio 2015, e prevede la gestione del ‘Piano di ristrutturazione 2013-2014’ per superare il periodo di crisi e prefigurare il nuovo assetto organizzativo e produttivo. L’annuncio unilaterale, con i quale Italcementi comunica la chiusura a gennaio 2014 degli stabilimenti di Monselice e Scafa è un esempio gravissimo di come non si gestiscono le relazioni industriali, e ha trovato la pronta risposta dei lavoratori del Gruppo, giustamente preoccupati per il loro futuro”. Ieri, inoltre, le problematiche di gestione del piano di ristrutturazione del Gruppo sono state discusse nel corso di due incontri presso il ministero dello Sviluppo Economico. In quella sede i sindacati hanno ribadito al ministero la necessità di concretizzare possibili soluzioni ed interventi per salvaguardare i livelli occupazionali e le professionalità impiegate nel settore. I dirigenti del Ministero, dal canto loro, si sono impegnati a istituire, in tempi brevi, una cabina di regia nazionale per affrontare e risolvere nel concreto le problematiche del settore dell’edilizia e in particolare del comparto del cemento.
E la paventata chiusura dello stabilimenti di Monselice (Padova) sarà al centro di un incontro tra i sindacati di categoria del Veneto e i parlamentari eletti nella regione. L’iniziativa, in programma sabato 28 settembre alle ore 10 presso il Blue Dream Hotel di Monselice (via Orti, 7) è promossa da Feneal, Filca e Fillea regionali assieme alle categorie di tutte le province e alle Rsu degli stabilimenti cementiferi, e ha lo scopo di coinvolgere, informare e sensibilizzare i rappresentati politici e parlamentari eletti nel Veneto e di richiedere loro un intervento e un impegno per indurre Italcementi a rispettare l’accordo di gennaio e, in questo modo, dare una risposta ai lavoratori e alle loro famiglie, al territorio e ai suoi cittadini che chiedono e hanno diritto al lavoro e una speranza per il futuro.
- Ecco il testo dell’ordine del giorno, approvato all’unanimità:
Il Coordinamento delle RSU, unitamente alle Strutture Territoriali e Nazionali di FeNEAL UIL, FILCA CISL, FILLEA CGIL, riunite a Roma in data 23 settembre 2013 presso la sede nazionale di Federmaco, a seguito dell’incontro avuto con la Direzione Aziendale, ha preso atto dell’intransigente decisione del Gruppo Italcementi di voler modificare i contenuti e gli obiettivi prefissati con l’accordo di CIGS sottoscritto presso il Ministero del Lavoro in data 14 gennaio c.a. per la gestione del “Piano di ristrutturazione 2013-2014“ varato dall’Azienda al fine di superare l’attuale periodo di crisi e prefigurare il nuovo assetto organizzativo e produttivo finalizzato al mantenimento della leadership produttiva e di mercato nazionale.
Nello specifico si rileva la confermata volontà del Gruppo di voler sospendere per poi cessare qualsiasi attività nei siti produttivi di Scafa (Pe) e Monselice (Pd) a partire da gennaio 2014 e di voler rivedere comunque gli obiettivi del suddetto piano in funzione dell’andamento del mercato nel periodo di vigenza dell’accordo.
Il Coordinamento altresì ha sottolineato al contrario come il “Piano ristrutturazione 2013-2014”, che prevede importanti sacrifici per i dipendenti attraverso il ricorso alla CIGS, già teneva conto dello scenario produttivo così profondamente mutato, ma si poneva l’obiettivo di non pregiudicare la possibilità di cogliere le opportunità di una futura ripresa a partire dal 2015.
Pertanto il Coordinamento ha invitato l’Azienda al rispetto dell’Accordo ministeriale, salvaguardando l’assetto produttivo individuato nel suddetto Piano e conseguentemente i livelli occupazionali definiti.
Rilevato che le risposte da parte dell’Azienda sono rimaste insufficienti nel corso di tutta la riunione il Coordinamento ha proclamato:
* il blocco immediato degli straordinari negli stabilimenti maggiormente interessati alla produzione a ciclo completo;
* il blocco immediato delle attività affidate alle imprese esterne e conseguente riconduzione all’organizzazione interna del lavoro consentendo il riassorbimento del maggior numero possibile di addetti;
* 16 ore di sciopero così articolate:
- 8 ore il giorno 11 ottobre p.v. con relativa manifestazione nazionale da tenersi innanzi alla sede legale di Bergamo;
- 8 ore da effettuarsi entro fine ottobre.
Il Coordinamento rivendica inoltre il ripristino di corrette Relazioni Sindacali sia a livello nazionale che di stabilimento (RSU) basate sul confronto, sulla partecipazione e coinvolgimento nella scelta e nella modalità di gestione degli strumenti individuati e individuabili per traguardare il 2014 quali trasferimenti, formazione, rotazione, premio feriale e indennità di preavviso.