ITALCEMENTI, GRAVISSIMA LA DECISIONE DI CHIUDERE DUE STABILIMENTI

ITALCEMENTI, GRAVISSIMA LA DECISIONE DI CHIUDERE DUE STABILIMENTI

Due stabilimenti chiusi e 176 lavoratori in mobilità. È la conseguenza della decisione unilaterale di Italcementi, che ha cessato la produzione nei siti di Porto Empedocle (Agrigento) e di Vibo Valentia. Considerando anche l’indotto si calcolano diverse centinaia di lavoratori a rischio, in due realtà molto difficili dell’Italia meridionale.  “Il comportamento di Italcementi è deprecabile e scorretto nel metodo e nel merito – dichiara Riccardo Gentile, segretario nazionale della Filca-Cisl – perché calpesta le più elementari norme di corrette relazioni sindacali e mette in ginocchio l’economia di due province”.

Il sindacato non è rimasto a guardare: dal momento dell’annuncio (venerdì sera) gli operai presidiano i due stabilimenti, e non si escludono mobilitazioni e iniziative di protesta. “La Filca chiede l’immediato ritiro del provvedimento – aggiunge Gentile – e la convocazione di azienda e sindacati da parte dei Ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico. La decisione dei vertici del Gruppo è gravissima e non la si può giustificare neanche con il calo considerevole della domanda di cemento. Perché se è vero che la domanda attuale è pari a circa la metà della capacità produttiva, e che nel periodo 2006/2011 si è avuto un crollo del 29,6% di consumo interno di cemento, è anche vero che è da più di un anno che chiediamo un nuovo confronto al tavolo costituito al Mise per affrontare la crisi del settore”.
“Negli unici due incontri ottenuti avevamo chiesto la tutela del lavoro e delle professionalità attraverso percorsi formativi per la riqualificazione e/o riconversione professionale dei lavoratori, la possibilità di derogare al limite complessivo di utilizzo degli ammortizzatori sociali, incentivi per la diffusione dei Contratti di Solidarietà, l’accesso alla ‘mobilità lunga’. Se si fosse intervenuti in tempo e con politiche generali di settore, non legate a singole realtà, forse oggi non ci troveremmo davanti a questa vera emergenza sociale. Grazie anche all’impegno dei due segretari Filca dei territori interessati, Antonino Augello e Fabio Blandino – conclude l’esponente della Filca nazionale – siamo al fianco dei lavoratori, molto dei quali nostri iscritti, e li sosteniamo in tutte le iniziativa di mobilitazione già messe in atto”.
Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario confederale della Cisl, Luigi Sbarra: “La decisione di Italcementi di smantellare gli stabilimenti di Vibo Marina e Porto Empedocle è inaccettabile e va respinta con forza e determinazione. Siamo e restiamo schierati come Cisl,  ad ogni livello- continua Sbarra- con le giuste e legittime rivendicazioni dei lavoratori  calabresi e siciliani mobilitati per difendere il sacrosanto diritto al lavoro nella terra più disoccupata d’Italia e d’Europa. Non è possibile che con provvedimenti assunti in modo unilaterale ed in spregio alle più elementari regole di relazioni industriali, l’Azienda decida il blocco della produzione in territori già gravemente colpiti dalla crisi economica e con livelli di disoccupazione e di povertà alle stelle”.
“I presunti cali di domanda di cemento connessi con il blocco del settore delle costruzioni non possono determinare la chiusura di impianti storici collocati in contesti territoriali di grave precarietà economico e sociale e da sempre punte avanzate delle attività produttive ed industriali. Occorre garantire continuità produttiva ed occupazionale agli stabilimenti salvaguardando tutti i posti di lavoro diretti e dell’indotto e valorizzando le tante professionalità esistenti, vero punto di forza dell’azienda”. “Per tali ragioni- conclude Sbarra- chiediamo all’azienda di realizzare al più presto l’incontro con le Organizzazioni sindacali per ricercare ogni possibile soluzione finalizzata al ritiro delle procedure di mobilità dei lavoratori e nel contempo sollecitiamo il Ministero dello Sviluppo Economico e del Lavoro, di programmare rapidamente un confronto tra l’Azienda ed il Sindacato per individuare una strategia capace di fronteggiare e risolvere la difficile crisi del settore”.
“La sordità dell’azienda alle diverse sollecitazioni da parte delle OO.SS. ad incontrarsi ben prima che si delineasse una situazione ancora più grave, ci ha fatto riflettere”, ha dichiarato Fabio Blandino, segretario generale della Filca di Vibo Valentia. “Infatti da circa due mesi con regolare comunicazione unitaria delle OO.SS. presenti all’interno della cementeria di Vibo congiuntamente alle RSU, era stata inoltrata alla direzione centrale una richiesta di incontro per discutere sulla gestione della CIGS attivata il primo febbraio per 4 unità, che prevedeva una rotazione delle maestranze. Non solo non vi è stato alcun incontro in merito, ma addirittura con modalità e tempistiche a dir poco fuori dal comune, la direzione dell’Italcementi ha ritenuto opportuno comunicare le dismissioni di due cementerie: Vibo Valentia e Porto Empedocle. Una doccia fredda che ha mobilitato tutte le forze istituzionali e sindacali del territorio vibonese”.
“Ma come si fa a dare un bel servito ai tanti lavoratori della fabbrica, che già negli ultimi anni con grande dignità e senso di responsabilità si sono resi disponibili ad una serie di fermate dello stabilimento con conseguenti ferie obbligate e disagi vari che però hanno evitato l’eventuale ricorso alla cassa integrazione ordinaria?”, si chiede Blandino.
“Ci si rende conto subito che si tratta di persone che hanno a cuore il loro posto di lavoro e che con grandi sacrifici negli anni si sono sempre resi disponibili a superare le varie fasi di crisi che l’azienda si è trovata ad affrontare e il lavoro svolto dalle RSU dello stabilimento nella fase di contrattazione aziendale e di raccordo al fine di tamponare le varie situazioni di emergenza ha dato i suoi frutti nel tempo. È proprio per questo motivo che risulta impensabile la dismissione della fabbrica (ma l’azienda ha fatto due conti circa la dismissione dello stabilimento e relativa bonifica dell’area?) di Vibo Valentia, che oltre gli 82 lavoratori dipendenti andrebbe a creare in maniera diretta un grave danno all’indotto, tra imprese esterne e autotrasportatori”.
“Intanto ieri si è tenuta una manifestazione con relativo corteo per le vie della città di Vibo Valentia Marina, per rendere partecipi tutti gli abitanti della grave battaglia sindacale che si andrà ad affrontare in queste ore, per riaprire una discussione sul futuro dello stabilimento, che vedrà impegnate in prima linea le Istituzioni locali, le organizzazioni sindacali e la direzione aziendale, presso la Prefettura di Vibo Valentia. Oggi FILCA CISL, FENEAL UIL, FILLEA CGIL e SLAI COBAS hanno organizzato una nuova manifestazione che vedrà il concentramento dei partecipanti in p.zza S. Leoluca di Vibo Valentia per le ore 8.30 con relativo corteo che partirà alle ore 9.00 e raggiungerà per le vie principali della città, passando per il Municipio di Vibo, il palazzo della Prefettura dove per le 10.30 è previsto l’incontro sopraccitato”.

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