Italcementi, di seguito il comunicato stampa delle segreterie regionali lombarde di Filca-Cisl, Feneal-Uil e Fillea-Cgil.
L’assordante silenzio calato ieri sera alle 22.00 sui 14 stabilimenti del gruppo Italcementi e l’assordante silenzio calato questa mattina nelle sedi a Bergamo delle aziende di Italcementi, CTG e Calcestruzzi, racconta di come sono condivise dalle Lavoratrici e dai Lavoratori le ragioni della protesta indetta dal coordinamento nazionale delle RSU e dalle Segreterie Nazionali di Feneal Filca e Fillea.
I circa 700 Lavoratori sfilati questa mattina nel cuore della città di Bergamo in rappresentanza di tutti i dipendenti del gruppo, hanno reso ben visibile le angosce e i timori che i lavoratori del gruppo (fino a 1080 in cassa integrazione) stanno vivendo.
Davanti alla portineria centrale dell’azienda e in mezzo al corteo sono riapparse le “maschere bianche” che il 5 Ottobre dello scorso anno si erano materializzate per denunciare un collocamento in cassa integrazione senza una equa rotazione tra tutti i lavoratori.
Il 100% di adesione allo sciopero (ad esclusione dei lavoratori che le RSU hanno concordato che svolgevano la salvaguardia degli impianti) negli stabilimenti di Calusco, Rezzato, Broni, Monselice, Scafa, le adesioni elevate allo sciopero negli altri stabilimenti (Salerno 80%, Samatzai 85%, Colleferro 75%) e il 95% dei lavoratori che non hanno varcato la soglia di ingresso degli uffici delle sedi raccontano anche che non si traguarda la fuoriuscita della crisi scaricando tutto sulle spalle dei più deboli.
Il corteo, partito allo ore 11.00, dopo aver svolto il presidio davanti alla sede dell’azienda, ha dialogato con la città di Bergamo. Si è fermato davanti alla prefettura e 3 rappresentanti di Feneal Filca e Fillea hanno consegnato al vice-prefetto il volantino che raccontava le ragioni della protesta. Si è sollecitato la Prefettura a segnalare al governo l’enorme disagio sociale che i lavoratori stanno vivendo. Poi il corteo si è fermato davanti alla sede di Confindustria e anche ai rappresentanti confindustriali di Italcementi i 3 rappresentanti di Feneal Filca e Fillea hanno consegnato lo stesso volantino consegnato in precedenza al vice-prefetto. Poi il corteo si è fermato nelle vicinanze del plesso scolastico di Via angelo May (diversi istituti scolastici sono presenti nella zona) e si è rivolto agli studenti, sottolineando che il mondo della scuola non può ignorare il disagio del mondo e che la galassia scuola e la galassia lavoro devono essere maggiormente in contatto e devono permearsi a vicenda.
Che il problema occupazione del gruppo Italcementi non sia solo di tipo sindacale lo dimostra la presenza alla manifestazione e l’intervento nel comizio finale, del Sindaco di Scafa (Pescara) e dei sindaci dei comuni limitrofi. Quando le ragioni del lavoro, i volti e i visi dei lavoratori entrano nelle stanze delle istituzioni, vuol dire che esse sono consapevoli che disagio sociale che gli operai e gli impiegati stanno vivendo.
Quando un sindacato di governo dei processi della crisi come Feneal Filca e Fillea, diventano un sindacato di lotta nei processi della crisi, vuol dire che il limite è stato superato. Ma nella protesta agiamo la proposta: richiesta di attivazione immediata del tavolo ministeriale di gruppo al MISE alla presenza del coordinamento delle RSU per discutere della situazione, rispetto dell’accordo sottoscritto in data 27 Dicembre 2012 nel quale si traguardava il piano industriale 2013-2015, discussione di un piano di investimenti sui prodotti nuovi e sui processi industriali conseguenti per preparare il settore all’entrata in vigore della normativa europea n. 31 del 2010 che impone dal 1 Gennaio 2019 per gli edifici pubblici e dal 1 Gennaio 2021 per quelli privati, la costruzione di edifici neutrali a livello energetico, capaci di generare in modo autonomo calore d’inverno e fresco d’estate.
Si ringraziano tutti i lavoratori che hanno partecipato alla manifestazione (in molti hanno passato la notte sugli autobus) attraversando l’Italia intera e unendola nella protesta ma anche nella proposta.
Le altre 8 ore di sciopero previste dalla proclamazione dello stato di agitazione da effettuarsi entro il 31 Ottobre p.v., verranno gestite a livello territoriale dalle RSU.