“Nessun incremento salariale per tutto il 2012, e definizione di un nuovo contratto integrativo solo se gli eventuali incrementi dell’elemento variabile della retribuzione, che non potranno essere mensilizzati ed anticipati come invece chiesto dai sindacati, partiranno dal 2013”. È una nota perentoria e ‘pericolosa’ quella inviata a tutte le imprese associate dall’Ance di Bologna, l’Associazione dei Costruttori edili. I costruttori definiscono “improprie le richieste da parte sindacale volte ad ottenere un incremento salariale nel 2012”, rispondendo così ad un comunicato unitario di Filca, Feneal e Fillea nel quale veniva proclamato lo stato di agitazione del settore edile, e provocando la reazione stizzita degli stessi sindacati: “L’Ance provinciale ha assunto con questa lettera un ruolo leader nell’intransigenza datoriale”, commenta Cristina Raghitta, segretario generale della Filca-Cisl bolognese. “A distanza di oltre un anno dalla presentazione della piattaforma territoriale e dopo un congruo numero di incontri, tutti senza alcun esito a causa di un atteggiamento dilatorio ed evasivo della delegazione trattante di Ance Bologna, il Presidente Melegari viene allo scoperto con questa nota, dichiarando che l’Ance è indisponibile a trattare gli elementi salariali demandati dal Ccnl agli integrativi territoriali, e in particolare la costituzione dell’Evr, arrivando anche, in puro stile antisindacale, a stigmatizzare le iniziative di mobilitazione indette dalle Organizzazioni sindacali a sostegno della vertenza”.
Tra le motivazioni addotte dall’Ance ci sono le difficoltà economiche e produttive che il settore sta attraversando, situazione che la Filca, responsabilmente, non ha mai negato: “Negli anni precedenti – prosegue Raghitta – proprio a causa degli effetti della crisi, abbiamo condiviso con le controparti accordi che impegnavano risorse degli Enti bilaterali a sostegno del credito alle imprese. Oggi, però, l’Ance dà una lettura catastrofista della situazione, mettendo così in discussione il secondo livello contrattuale, atteso in provincia da circa 15mila addetti”. Rincara la dose Franco Turri, segretario nazionale della Filca: “Purtroppo siamo abituati all’arretratezza culturale dell’Ance bolognese, visto che il territorio è uno dei pochi in Italia nei quali non è ancora stato avviato il Cpt, strumento indispensabile per la sicurezza nei cantieri. E non è un caso che sempre a Bologna – aggiunge Turri – bisogna seriamente ripensare l’organizzazione di tutto l’assetto degli Enti paritetici, contraddistinti da grandi difficoltà e una frammentazione degli stessi. Spiace constatare – conclude Turri – come l’Ance a livello nazionale sia tra i fondatori, insieme alle organizzazioni sindacali, degli Stati Generali delle Costruzioni, esempio di coesione sociale e di sinergia. Poi, a livello provinciale, viene meno agli impegni assunti, ostacolando le trattative per i contratti integrativi di II livello, firmati in pochissimi territori in tutta Italia”.