E’ bufera su Calderoli, dopo che il vicepresidente del Senato ha paragonato la Kyenge ad un orango. Roberto Calderoli, vice presidente del Senato ed esponente di primo piano della Lega Nord, ha insultato il ministro dell’Integrazione, Cecyle Kyenge, da un comizio nel bergamasco. L’insulto ha scatenato lo sdegno bipartisan delle forze politiche e quello dei vertici delle Istituzioni. Calderoli ha provato a chiudere in serata con una una telefonata alla Kyenge per scusarsi. Parole, ha detto il ministro, che non sono un’offesa personale ma mi rattristano per l’immagine che diamo dell’Italia”.
Contro le offese alla Kyenge si è scagliato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha fatto trasparire tutta la sua “indignazione” per gli insulti al ministro dell’Integrazione. Il Capo dello Stato ha citato oltre agli insulti alla Kyenge anche le minacce arrivate via facebook a Mara Carfagna e l’incendio che ha devastato il liceo Socrate per evidenziare tutta la sua preoccupazione per il clima di odio e l’imbarbarimento civile che ha dominato in questi ultimi due giorni.
A difendere il suo ministro ci pensa che il premier Enrico Letta che bolla come “inaccettabili e oltre ogni limite” le parole del senatore leghista. Uguale sdegno arriva dai vertici di Camera e Senato. Pietro Grasso invita Calderoli a “scusarsi” mentre il presidente della Camera Laura Boldrini fa sapere di aver telefonato al ministro per esprimerle la sua solidarietà di fronte a “parole indegne”. Solidarietà “a nome del governo e del Pdl” arriva anche dal ministro dell’Interno Angelino Alfano mentre il segretario del Pd Guglielmo Epifani invita il vicepresidente del Senato a dimettersi dall’incarico.
Le parole di Calderoli generano imbarazzo nella Lega Nord. Il segretario e governatore lombardo Roberto Maroni sceglie il silenzio lasciando che a commentare siano Roberto Cota e Matteo Salvini, entrambi convinti che quella di Calderoli sia solo “una battuta”.
“Le dimissioni non le richiedo io. Questo non è un punto che mi riguarda. Io pongo un’altra questione, una riflessione sul ruolo di chi riveste una carica pubblica – ha aggiunto il ministro dell’Integrazione – Dobbiamo passare dei messaggi che non istighino odio e violenza. Sicuramente non sarà il mio compito di rispondere alla violenza con la violenza. Il mio compito è quello di dare una guida ai nostri giovani, all’Italia, perché l’Italia non è razzista e chi vuole soffocare questa parte dell’Italia non razzista farà fatica a farlo”.
“Noi, insieme – ha aggiunto il ministro Kyenge – sicuramente ce la faremo. Ce la faremo a far vedere che l’Italia non è così, perché non ne ha bisogno solo la sottoscritta e non sono solo attacchi personali, non è un attacco alla mia persona, ma credo che è l’Italia che in questo momento ha bisogno di far vedere in tutto il mondo, a tutti i nostri figli di che cosa siamo capaci e sicuramente non risponderemo mai con la violenza. Bisogna trovare un dialogo e una comunicazione trasparente e rispettosa verso tutti e noi questo insegnamento lo dobbiamo dare, lo dobbiamo fare per chiunque guarda gli occhi delle istituzioni con speranza”.
“La Cisl condanna l’ennesimo attacco personale al Ministro Kyenge”. Lo dichiara in una nota Liliana Ocmin, Segretario confederale della Cisl con delega a donne, giovani, immigrati. “Le dichiarazioni contro il Ministro ledono non solo la sua dignità personale, cosa già gravissima- continua Ocmin- ma mostrano anche come non vi sia rispetto verso le cariche dello stato, in particolare verso il ruolo che il Ministro riveste: un atto di violenza verso la persona, verso una donna e verso le istituzioni della Repubblica italiana. La diversità delle opinioni e il confronto, possono contribuire a favorire lo scambio dialettico e culturale che è alla base della democrazia, ma solo se questo avviene nei limiti dell’educazione e della civilità, lontano da posizioni stumentali del tema dell’immigrazione. Vessare il Ministro non aiuta nè la politica nè tanto meno la società ad affrontare compiutamente la sfida che abbiamo di fronte, italiani e immigrati insieme, di costruire le condizioni per una società coesa, fondata sul bene comune e sulla centralità della persona, elementi- conclude Ocmin- di cui oggi il nostro Paese ha bisogno per tornare a crescere”.
Sulla vicenda si registra anche la dura presa di posizione di Domenico Pesenti, segretario generale della Filca-Cisl, che sul suo profilo twitter ha prima chiesto “l’espulsione immediata per Calderoli, che non può essere cittadino italiano”, per poi augurarsi che “più nessuno sottovaluti i messaggi politici del leghismo. Salvini e Calderoli – ha scritto Pesenti sul social network – non sono neanche i più arroganti della Lega”.