INPS, I LAVORATORI IMMIGRATI ISCRITTI SONO 2 MILIONI 800MILA

INPS, I LAVORATORI IMMIGRATI ISCRITTI SONO 2 MILIONI 800MILA

Operai nell’industria metalmeccanica e tessile, lavoratori domestici ed edili ma anche commesse, baristi e braccianti agricoli. Sono i lavoratori immigrati regolarmente iscritti all’Inps per quasi due terzi nelle regioni del Nord mentre al Centro sono poco meno di un quarto e al Sud il 13,9 per cento. La fotografia del lavoro immigrato è stata scattata dal Rapporto Inps-Caritas per quanto riguarda il 2007, ultimo anno nel quale è stato possibile rilevare la completezza dei dati sull’origine dei lavoratori, le loro attività e l’inserimento nelle varie regioni. Il rapporto si occupa anche del tema delle pensioni degli immigrati che, attualmente, sono 110 mila mentre la proiezione per il 2025 stima che saranno 625 mila. Un’incidenza crescente ma che, rispetto a quella degli italiani, rimare molto bassa
Sono 2.727.254 i lavoratori stranieri assicurati all’Istituto nazionale di previdenza, nel 2007, pari a oltre un ottavo (12,9%) di tutti gli assicurati iscritti all’Inps (21.108.368). Ogni 10 immigrati che lavorano, 9 sono dipendenti di aziende, di imprese agricole e di famiglie mentre solo uno svolge un’attività autonoma. Nel dettaglio, quelli iscritti negli archivi dell’Inps sono così ripartiti: lavoratori dipendenti da aziende (63,2%), lavoratori domestici (17,6), operai agricoli (8,5) e lavoratori autonomi (10,8%). Sono alcuni dei dati che emergono dallo studio “La regolarità del lavoro come fattore di integrazione – Rapporto sui lavoratori di origine immigrata negli archivi Inps” redatto da Inps e Idos – Dossier statistico immigrazione. Il Rapporto fotografa la situazione dei lavoratori immigrati di origine non o neo comunitaria sulla base dei dati degli archivi previdenziali dell’Istituto di previdenza. Ma non soltanto.
Sulla base delle presenze e del livello di contribuzione, lo studio considera che le pensioni pagate agli stranieri sono 110 mila e che, secondo una proiezione attendibile, nel 2025, saranno 625 mila. Un dato significativo anche se, dicono gli studiosi, “l’incidenza rimare comunque bassa rispetto a quella degli italiani e va considerato che il criterio di individuazione della platea di soggetti è il codice fiscale che attesta la nascita in un dato paese ma non il possesso della cittadinanza”. In altre parole, le posizioni previdenziali sono, al momento, sovradimensionate perché si include nel totale il numero di cittadini italiani nati all’estero mentre si escludono gli stranieri nati in Italia che cominciano ad inserirsi nel mondo del lavoro ma non hanno, ancora in molti casi, la cittadinanza.

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