Il Governo sblocca 4,5 miliardi per le infrastrutture. La decisione è arrivata nel corso del Cipe mdi venerdì scorso, che ha destinato le risorse a tre opere che erano da tempo nella lista delle priorità: l’autostrada regionale medio-padana veneta, Nogara-Mare Adriatico (934,5 milioni); il progetto del raccordo autostradale della Cisa, con il primo lotto Parma nord-Terre Verdiane (2,73 miliardi); l’autostrada Ragusa-Catania (815,3 milioni). Per il ministro delle Infrastrutture Matteoli ”si tratta di interventi di grande rilevanza strategica per i territori interessati, attesi da tempo e che ora potranno essere realizzati nei tempi prestabiliti”, visto che, aggiunge, ”si attiveranno subito le procedure per la loro realizzazione”.
Non nasconde la soddisfazione Silvio Berlusconi. Il premier confida nelle opere pubbliche per rimettere in moto l’economia e rivendica il passo di ieri come un altro tassello della sua strategia dell’ottimismo: ”Nonostante la grave crisi che il paese vive – commenta infatti al termine del Consiglio dei Ministri – continuiamo a mantenere il progetto di infrastrutturazione dell’Italia con un piano che non è stato rallentato”, e ciò – spiega – anche grazie ”ai capitali dei privati cioè facendo ricorso alla finanza di progetto”. Arriva anche il giudizio positivo del sindacato, anche se, sottolinea il segretario confederale della Cisl Giorgio Santini, è necessario che ”le decisioni si traducano in tempi rapidi in cantieri aperti, senza frapporre ritardi di ordine burocratico” così da ”creare nuova
occupazione”. Il via libera del Cipe, aggiunge Santini, rappresenta un ”passaggio importante per la ripresa degli investimenti in funzione anticiclica e, in particolare, per favorire condizioni di sviluppo
nei territori interessati”. Sotto quest’ultimo aspetto, fa notare il sindacalista, la Nogara -Mare Adriatico è ”necessaria per la realizzazione del Corridoio V, mentre l’autostrada Ragusa – Catania è
determinante per il recupero del grave gap infrastrutturale della Sicilia”.
A sorridere, però, è soprattutto la Regione Toscana. In sei anni si troverà a gestire quasi dieci miliardi, secondo l’accordo firmato ieri a Palazzo Chigi; sei miliardi sono stati già stanziati, per gli altri tre e mezzo c’è l’impegno del Governo nero su bianco. La lista dei cantieri da aprire è lunga, ma spiccano le opere connesse all’alta velocità, il completamento del corridoio tirrenico da Rosignano a Civitavecchia e della ”DueMari” Grosseto-Fano. Proprio riguardo all’autostrada tirrenica, al centro di una lunga polemica sollevata dalle associazioni ambientaliste a causa del ”taglio” della Maremma, Matteoli ha ribadito che l’Esecutivo intende tirare dritto. Il primo lotto è partito prima di Natale, entro l’estate – ha assicurato il ministro – inizieranno i lavori per il secondo, che supererà Tarquinia. L’accordo siglato dall’Esecutivo con il governatore della Regione Toscana, Claudio Martini, rappresenta di fatto l’aggiornamento (ed il completamento) di un’intesa sottoscritta nel 2003. Ma è lo stesso Martini a far notare che di questa ”ripartenza” beneficerà ”tutta l’Italia” perché ”si fa qualcosa per l’interesse generale del Paese”. ”L’impegno ora è a monitorare ogni fase di avanzamento dei cantieri”, insiste il governatore mettendo l’accento sullo spirito bipartisan che ha accompagnato i negoziati preliminari all’intesa. Anche se poi non trattiene una considerazione agrodolce: ”Già il fatto che si confermino gli impegni presi di questi tempi è un segno importante”. Ma il più soddisfatto è proprio il toscano Matteoli. Che parla di accordo ”nell’interesse generale” e sottolinea ”la rilevanza strategica degli interventi”, rivendica ”l’attenzione del governo per una regione chiave dell’economia del Paese” e prevede ”il rilancio dell’economia e dell’occupazione”.
(dal sito www.conquistedellavoro.it)