“Misurarsi con il tema delle infrastrutture significa richiamare tutte le sfide più importanti di questa stagione: quella dell’occupazione e della coesione nazionale, dello sviluppo e della crescita, della competitività e della produttività di sistema, dei servizi alla persona e dei diritti sostanziali di cittadinanza. Chiedere una svolta sul tema delle reti, specialmente nelle aree deboli del Sud, significa ricostruire il Patto sociale che lega lo Stato alle comunità, ai cittadini, ai territori”. Lo ha detto Luigi Sbarra, Segretario Generale aggiunto della Cisl, intervenendo a Bari al convegno ‘Infrastrutture e rete’ organizzato dalla Cisl Puglia e dalla Filca Cisl Puglia. “Sono centinaia i cantieri piccoli, medi e grandi tenuti in ostaggio per ragioni che ancora nessuno ha capito – ha aggiunto -. Opere pubbliche che con la dovuta volontà politica possono essere sbloccate senza difficoltà, dando lavoro a oltre 400 mila persone e rilanciando domanda aggregata, specialmente nelle aree deboli. Non servono formule magiche, e di certo non serve la deregulation e la liberalizzazione degli appalti, il ritorno alle pratiche odiose del massimo ribasso e la destrutturazione dell’Anac, come prefigurato dal Decreto sblocca cantieri, che con un recente emendamento presentato in Parlamento potrebbe congelare per due anni il Codice degli Appalti. La Cisl sostiene con tutta la forza la battaglia della Filca contro un’involuzione legislativa che rischia di mettere sotto scacco sicurezza, legalità, trasparenza, certezza delle regole, dignità e qualità del lavoro”.
Nella sua introduzione ai lavori, ai quali hanno partecipato il Segretario generale della Filca Cisl Puglia, Antonio Delle Noci, Franco Spinelli, Segretario generale Fit Cisl Puglia, Nicola Bonerba, Presidente regionale Ance, Giuseppe Marta, Direttore Territoriale Produzione RFI Bari, Giovanni Giannini, Assessore Trasporti e Lavori Pubblici Regione Puglia e Franco Turri, Segretario generale Filca Cisl Nazionale, Daniela Fumarola ha evidenziato che “le leve economiche che spesso si interconnettono tra loro possono creare sviluppo aggiuntivo in Puglia, creare occupazione consolidare, qualificare, aggiornare il lavoro che c’è e recuperare al lavoro tutti coloro che sono stati espulsi dai processi produttivi”. Turri e Delle Noci, hanno spiegato che “in Italia ci sono oltre 600 cantieri bloccati, dei quali 50 in Puglia. Farli ripartire, con risorse già disponibili, vuol dire favorire l’economia nazionale e ridare fiato al settore che ha perso 800 mila addetti dall’inizio della crisi, oltre 40 mila in Puglia. Il Decreto sblocca cantieri non solo non farà ripartire nessuna opera ma è un vero regalo alla criminalità, perché vanifica il lavoro svolto fino ad ora sul fronte della legalità in edilizia, settore notoriamente a rischio di infiltrazioni mafiose”. “Una buona politica infrastrutturale – ha incalzato Spinelli – deve porre al centro i fabbisogni dei cittadini e delle imprese e promuovere le infrastrutture come strumento per soddisfare la domanda di mobilità di passeggeri e merci, attraverso interventi utili allo sviluppo economico e proporzionati ai bisogni, evitando strozzature di capacità e ‘colli di bottiglia’ per connettere aree eterogenee del territorio: città, poli industriali, aeroporti, porti”. “Sono convinto delle sollecitazioni della giornata – ha detto Bonerba – e dei benefici a cascata delle infrastrutture messe in rete sia dal punto di vista sociale che di attrattività economica per le imprese”.
Anche il Direttore Marta ha sottolineato che “il modello efficiente sul quale Rfi sta molto puntando in Puglia prevede l’interconnessione delle infrastrutture e dei differenti vettori. È la strada giusta per la crescita e lo sviluppo dei nostri territori”. L’Assessore Giannini ha invece posto l’accento sul fatto che la Regione Puglia “rilevate le difficoltà degli Enti locali e delle stazioni appaltanti – spesso Province, Comuni e altre strutture pubbliche – ha potenziato le competenze di asset mettendosi a disposizione per attività di supporto nella progettazione, nella predisposizione dei bandi di gara per poter velocizzare i tempi. Ma non sempre abbiamo le risposte che ci aspetteremmo. Agli imprenditori chiediamo di avere un atteggiamento meno litigioso perché spesso le gare per infrastrutture finiscono con ricorsi che ritardano l’aggiudicazione, ciò porta via tempo, fa male alla collettività e impedisce di portare sviluppo e crescita”. Ad oggi, secondo i dati illustrati durante il convegno, nella nostra regione possiamo contare su un sistema portuale con 3 porti principali (Bari, Brindisi, Taranto) e 6 porti minori; c’è poi l’interporto di Bari, ci sono oltre 1.500 chilometri di rete ferroviaria, 12 mila chilometri di rete stradale con 2 importanti nodi autostradali, Bari e Foggia, e 4 aeroporti: Bari e Brindisi, internazionali, più Foggia e Grottaglie. Ma tutto questo non basta. Bisogna mettere in rete queste opere, come recita il titolo della nostra iniziativa. E tanto c’è ancora da fare. Il completamento dell’alta velocità ferroviaria Napoli-Bari, ad esempio, sarà un primo piccolo passo in avanti verso il recupero di questo gap, perché che ci consentirà di raggiungere la Capitale in meno tempo, e quindi di avvicinarci al resto dell’Italia e all’Europa.