“Il problema della sicurezza si affronta isolando le imprese che non rispettano le regole”. A pochi giorni dalla triste sequela di infortuni mortali che ha insanguinato la Basilicata la Filca Cisl torna a sollecitare il rispetto delle norme sulla sicurezza e misure drastiche contro le aziende inadempienti. Per i segretari Michele La Torre e Franco Pantone “non sarà l’ennesimo tavolo, al quale tutti si mostreranno indignati, a risolvere un fenomeno di cui conosciamo da tempo il perché e il percome. Quando si verifica un infortunio mortale c’è chi scomoda il diavolo, chi il destino, ma quando in quattro giorni ci sono tre morti, non bianche, perché la morte non ha colore, tre famiglie dilaniate con figli minori che non avranno più pacche sulle spalle, allora non è il caso di scomodare il diavolo, né il destino, ma solo il mancato rispetto delle norme minime di sicurezza. Il problema – spiegano i dirigenti della Filca Cisl – è passare dall’indignazione passeggera al contrasto permanente. Il sindacato non chiede vendetta ma giustizia e rispetto delle leggi. Le regole ci sono, si tratta di farle rispettare in maniera rigorosa, senza sconti, né attenuanti, mentre le regole che non vanno bene, come quella micidiale del massimo ribasso nelle opere pubbliche, vanno cambiate”.
Nel mirino del sindacato edili della Cisl finisce ancora una volta la procedura del massimo ribasso negli appalti pubblici. “Come si fanno ad appaltare e costruire alloggi pubblici con il 53 per cento di ribasso rispetto al costo di mercato?”, si chiedono La Torre e Pantone. “Il fatto che le imprese per stare nei costi risparmino proprio sulla sicurezza e sulla qualità delle opere è ormai un segreto di Pulcinella, eppure si è fatto e si fa ancora troppo poco per contrastare pratiche scorrette che mettono a repentaglio la sicurezza di lavoratori e famiglie e che devastano il mercato con la complicità morale degli enti appaltanti”. La Torre e Pantone lanciano infine una proposta drastica: “Una volta accertata, in caso di infortunio mortale, la responsabilità penale dell’impresa, questa va radiata dall’albo dei costruttori e messa in condizione di non nuocere più alla collettività. È una regola semplice e sufficientemente garantista, ci auguriamo anche le associazioni imprenditoriali – concludono La Torre e Pantone – vorranno raccogliere la sfida della legalità e combattere insieme al sindacato la battaglia per la sicurezza”.