Tutelare l’occupazione ed evitare il blocco di opere strategiche: è la richiesta che i sindacati di categoria FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, hanno avanzato alla Direzione Generale Anas nell’incontro odierno, a proposito delle commesse presenti in Sicilia e in Liguria della CMC di Ravenna, che all’inizio di dicembre scorso ha presentato istanza di concordato in bianco presso il Tribunale di Ravenna. I sindacati hanno affermato la necessità di salvaguardare l’occupazione di centinaia di addetti, sottolineando che la crisi del gruppo ravennate non può comportare, oltre all’incertezza per le migliaia di addetti del gruppo, il blocco di opere strategiche per lo sviluppo delle regioni interessate e per la sicurezza stradale dei cittadini e hanno chiesto alla stazione appaltante di contribuire a trovare soluzioni per il completamento dei cantieri. L’Anas, nel ribadire la propria ferma volontà di ultimare le opere, ha reso noto l’interessamento dei soci dei consorzi Bolognetta, Empedocle e Letimbro, rispettivamente titolari dei cantieri della SS121 Palermo-Agrigento, della SS640 Agrigento-Caltanissetta e della SS121 Savona-Albisola, ad intervenire a sostegno della continuità delle attività produttive consentendo ai cantieri di non fermarsi e all’occupazione di avere concrete prospettive di mantenimento. Anas ha ribadito inoltre di aver provveduto regolarmente al pagamento dei crediti certi ed esigibili nei confronti della cooperativa sulla quale grava una pesante crisi di liquidità. “Dopo l’importante passaggio di oggi attendiamo risposte da CMC”, affermano i sindacati “in merito al pagamento degli stipendi correnti e alla possibilità concreta di dare un futuro all’intero perimetro occupazionale della cooperativa e a quelle opere e a quei lavoratori che oggi vivono in un clima di incertezza che non può durare oltre”. Il prossimo appuntamento è previsto per il prossimo 16 gennaio al Mise, dove è convocato il tavolo di crisi per la gestione della vertenza. “Ci auguriamo – proseguono Feneal, Filca, Fillea – che le risposte arrivino su quel tavolo e che siano risposte di responsabilità verso le centinaia di lavoratori diretti e dell’indotto che rischiano di perdere il posto di lavoro nonostante le opere siano tutt’altro che ultimate. Anche òe istituzioni locali e le Regioni – concludono – devono svolgere un ruolo attivo per determinare soluzioni positive”.