“L’inchiesta di Firenze è la conferma di quanto la Filca-Cisl asserisce da tempo: il settore delle costruzioni è diventato terreno fertile non solo per la ‘malavita comune’ ma anche per quella dei cosiddetti ‘colletti bianchi’. Attendiamo ovviamente la conclusione dell’iter processuale, ma è innegabile che per l’edilizia si possa parlare di una vera e propria emergenza legalità”. A dichiararlo Salvatore Scelfo, segretario nazionale della Filca e responsabile del dipartimento legalità della categoria, commentando l’inchiesta sulla Tav del capoluogo toscano. “A farne le spese – aggiunge Scelfo – non sono soltanto i lavoratori dei cantieri interessati, che si ritrovano da un giorno all’altro senza occupazione, ma l’intera collettività, sulla quale ricadono i costi del malaffare”.
“Il sequestro della maxi trivella è l’ennesima tegola sui lavoratori edili di Firenze e provincia – commenta Ottavio De Luca, segretario generale della Filca-Cisl fiorentina – che pagano per responsabilità di altri. La Tav al momento occupa soltanto una trentina di lavoratori, ma il cantiere rappresentava una boccata d’ossigeno per il settore, ed il suo blocco è un segnale preoccupante per l’intera economia provinciale”.