“Il Superbonus continua ad alimentare polemiche e discussioni, ma era prevedibile che una misura del genere impattasse in modo così significativo sui conti. Rimane invece ferma la necessità di adeguamento del patrimonio immobiliare. La nostra richiesta sugli incentivi resta la stessa: devono essere fruibili cominciando dalle periferie e dall’edilizia popolare, dove c’è una più alta densità di popolazione. E devono essere legati alla rigenerazione urbana. Ma perché le misure ottengano i risultati sperati occorrono interventi mirati su tutto il sistema delle costruzioni”. Lo dichiara Enzo Pelle, segretario generale Filca-Cisl nazionale.
“Migliorare le abitazioni – spiega Pelle – è davvero necessario: la maggior parte del costruito italiano è stato edificato prima del 1980, mentre 3 abitazioni su 4 sono da adeguare alla normativa antisismica. Gli interventi già realizzati hanno permesso al settore delle costruzioni di contribuire per il 16% alla crescita dell’economia del Paese nel 2022. Ma perché ci sia una buona crescita gli interventi devono essere strutturali e tarati sul lungo periodo, e contribuire a creare imprese e lavoro di qualità. Per farlo – aggiunge il segretario generale della Filca – bisogna attuare interventi di riqualificazione e utilizzare gli incentivi, che sarebbe bene coordinare, qualificando al contempo il sistema dell’edilizia residenziale, cominciando dalle stazioni appaltanti, dai professionisti, dalle imprese e dalle maestranze. Solo in questo modo potremo avere un’edilizia partecipata, amica dell’ambiente e del sociale.
Una delle priorità – prosegue – è rendere trasparente il sistema di finanziamento attraverso interventi pubblici e bonus, in modo da monitorare non solo la corretta realizzazione ma anche l’efficienza manutentiva del patrimonio edilizio riqualificato. Inoltre un sistema che fornisce dati può fornire informazioni preziose per gli interventi futuri. La rigenerazione urbana deve riguardare in particolare le periferie delle città, dove vive l’80% dei cittadini: è in queste aree che gli incentivi sortiscono i benefici maggiori, soprattutto se si coinvolgono i diretti interessati già dalla fase progettuale. Sulle nuove politiche di incentivi la nostra proposta è chiara: bisogna garantire le fasce più deboli, che devono ottenere incentivi più alti, e bisogna puntare sulle aree con maggiore densità abitativa.
Infine la tecnologia: i nuovi strumenti devono essere parte integrante di un sistema partecipato che permetta ai cittadini di fruire delle potenzialità in modo funzionale alle loro esigenze adattando le innovazioni e gli interventi ai nuovi bisogni della giusta transizione”, ha concluso Pelle.