(di Francesco Gagliardi – Conquiste del Lavoro del 17 dicembre 2009)
Aristotele Onassis, geniale armatore greco, diceva che per fare soldi ci vogliono soldi. E aveva ragione. Chi è ricco diventa sempre più ricco. Ce lo conferma l’osservazione empirica e tutti i dati sulla distribuzione della ricchezza. Compresi gli ultimi sfornati ieri da Banca d’Italia. Nel 2008 – secondo Palazzo Koch – la metà più povera delle famiglie italiane deteneva il 10% della ricchezza totale, mentre il 10% più ricco il 44% della ricchezza complessiva. Un grado di concentrazione elevato: molte famiglie detengono livelli modesti o nulli di ricchezza, mentre poche dispongono di una ricchezza elevata.
Una situazione troppo squilibrata. Il fatto è che i soldi sono anche (per la maggioranza delle persone soprattutto) un mezzo di sussistenza: servono per vivere. Dunque per consumare prodotti. Dunque per mantenere in moto la giostra del mercato, altrimenti detta sistema economico. Se la ricchezza si concentra troppo, in tempi di crisi, i consumi si contraggono e la giostra rallenta (come purtroppo stiamo verificando). Se si concentra oltre una certa misura, e la giostra si ferma, si va incontro a guai grossi (e ovviamente nessuno si augura che ciò accada). Per questa ragione Henry Ford nel 1929, in piena depressione economica, decise di aumentare la retribuzione dei propri dipendenti con la seguente spiegazione: se neppure un operaio delle mia fabbrica riesce a comprarsi una Ford, di questi tempi, chi volete che se la compri?
Perciò fa piacere constatare che l’amministratore delegato di Luxottica, Andrea Guerra, qualche giorno fa abbia parlato di ”inadeguatezza dello stipendio netto dei nostri dipendenti” riguardo a una possibile ripresa dei consumi. E che il presidente di Federchimica (e amministratore delegato di Mapei) Giorgio Squinzi, si sia detto d’accordo con Guerra rilevando come in Italia esistano anche stipendi di cui è difficile afferrare la ragione (forse pensava a quelli dei manager).Manon è impossibile invertire questa tendenza: si può fare come Ford e si può riequilibrare il prelievo fiscale. Ma a favore delle famiglie meno ricche. Perchè quelle ricche hanno già avuto. Puo sembrare paradossale o utopistico. Ma è semplice buon senso: tutti abbiamo interesse a che la giostra non si fermi.