Nel 2011 aumentano gli stranieri residenti in Italia, che all’1 gennaio sono 4 milioni 563 mila, con un incremento di 328 mila unità (per un saldo totale del 7,5%) rispetto all’1 gennaio dell’anno scorso. A questa stima concorrono 376 mila unità in più per effetto delle migrazioni con l’estero, 73 mila unità in più per effetto della dinamica naturale positiva (78 mila nati stranieri contro appena 5 mila decessi), circa 57 mila unità in meno per effetto delle poste migratorie interne e per altri motivi e, infine, 64 mila unità in meno per acquisizioni della cittadinanza italiana. Lo dice l’Istat nel dossier “Indicatori demografici 2010”, reso noto oggi.
Nel corso dell’ultimo anno la popolazione in Italia ha continuato a crescere, superando i 60 milioni 600 mila residenti all’1 gennaio 2011, con un tasso d’incremento del 4,3 per mille. La comunità straniera più rappresentata, con circa 1 milione di presenze, è quella rumena, segue la comunità albanese (491 mila) e quella marocchina (457 mila). Tra i Paesi asiatici la prima comunità è quella cinese (201 mila presenze). La prima comunità tra i Paesi sub-sahariani è quella senegalese (77 mila presenze). Tra i Paesi americani primeggia, invece, la comunità peruviana (95 mila residenti).
La popolazione residente straniera costituisce dunque il 7,5% del totale (era il 7% a fine 2009). Livelli di incidenza superiori al 10% si riscontrano in Emilia-Romagna (11,3%), Umbria (11%), Lombardia (10,7%) e Veneto (10,2%). Il peso percentuale della popolazione straniera risulta relativamente più basso nel Mezzogiorno (2,9%), il minimo è in Sardegna (2,2%).
Riguardo la diversa allocazione sul territorio della popolazione italiana e straniera, l’Istat spiega che nelle regioni del Nord risiede il 44,5% della popolazione italiana e ben il 61,2% della popolazione straniera, di cui il 23,2% nella sola Lombardia. Viceversa, nelle regioni del Mezzogiorno risiede il 36,2% della popolazione italiana e appena il 13,5% di quella straniera.
Per il quarto anno consecutivo la popolazione di cittadinanza italiana è in diminuzione. In complesso gli italiani residenti ammonterebbero a 56 milioni 38 mila unità all’1 gennaio 2011, con una riduzione di circa 67 mila unità (-1,2 per mille) sull’anno precedente. Per i cittadini italiani risultano ampiamente negative tutte le poste demografiche: il saldo naturale (-103 mila unità), il saldo migratorio netto con l’estero (-10 mila), le poste migratorie interne e per altri motivi (-17 mila). Parziale compensazione di tali diminuzioni deriva dalle acquisizioni della cittadinanza italiana (+64 mila).
Quasi tutte le regioni sono interessate al fenomeno della riduzione della popolazione di cittadinanza italiana e la questione colpisce particolarmente regioni demograficamente depresse o a più forte invecchiamento, come la Liguria (-6,9 per mille), la Basilicata (-4,8) e il Molise (-4,1). Le sole regioni per le quali la popolazione italiana aumenta sono il Trentino-Alto Adige (+3,2 per mille), la Lombardia (+0,3) e il Lazio (+1,1), regioni in cui gioca un ruolo positivo la capacità di richiamare un surplus di trasferimenti interni di residenza di cittadini italiani ed anche, nel caso del solo Trentino-Alto Adige, la presenza di un saldo positivo tra nascite e decessi di italiani.
(dal sito www.conquistedellavoro.it)