IN EUROPA L’EDILIZIA PUNTA ALLA PARTECIPAZIONE!

IN EUROPA L’EDILIZIA PUNTA ALLA PARTECIPAZIONE!

1L’importante è partecipare! Il ricorso alla massima di De Coubertin è il modo più efficace per sintetizzare il seminario in corso a Roma sul tema “Rafforzare il coinvolgimento dei lavoratori nelle PMI. L’esempio del settore costruzioni”. All’auditorium di via Rieti la Cisl e la Filca-Cisl, insieme alla Ces (Confederazione europea dei sindacati), alla Efbww (la Federazione europea degli edili, presieduta da Domenico Pesenti, segretario generale della Filca) ed ai sindacati europei Cfdt, Csc, Ig Bau, Budowlani, sono impegnate a fare il punto sullo stato della partecipazione dei lavoratori nelle piccole e medie imprese edili di 5 Paesi europei: Italia, Francia, Polonia, Belgio e Germania. La ricerca presentata nel corso dei lavori (“PMI e dialogo sociale in 5 paesi europei nel settore edile”) ha offerto un quadro non omogeneo delle diverse realtà, con l’Italia che non sfigura per nulla al cospetto degli altri Stati, anzi.
In primis un po’ di numeri: i dati Eurostat aggiornati al 2006 parlano di 20 milioni di imprese registrate nei 27 paesi dell’Unione (arrivati a 28 con il recente ingresso della Croazia). Ben il 99,98% è rappresentato da piccole e medie imprese fino a 250 dipendenti, e di queste 9 su 10 sono microimprese (fino a 10 dipendenti). In media la forza lavoro impiegata nelle Pmi è pari al 67% del totale: si tratta di 87 milioni di lavoratori, circa i 2/3 del totale. Nelle costruzioni, inoltre, la percentuale relativa alle Pmi è ancora più alta. Parlare di partecipazione in queste aziende può sembrare utopistico: la disgregazione del sito produttivo (il cantiere) dequalifica il luogo di lavoro, e a pagarne le conseguenze sono la competitività, la sicurezza sul lavoro, l’impatto ambientale, la formazione professionale, la disponibilità di manodopera specializzata, la trasparenza degli appalti e la concorrenza leale.
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La parola magica per il settore è “bilateralità”: il sistema di coinvolgimento dei dipendenti è infatti fondato sugli enti 3bilaterali, luogo in cui le parti sociali offrono un contributo prezioso al dialogo sociale ed alla partecipazione. La contrattazione, proprio attraverso il sistema bilaterale, ha dato vita ad un robusto welfare contrattuale che è oggi la risposta più efficace rispetto ai bisogni manifestati dai lavoratori. Inoltre nelle piccole e medie imprese il sistema bilaterale ha anche il compito di agevolare e consentire l’adesione associativa, valorizzando la rappresentanza delle organizzazioni sindacali. Ma quanto e in che modo i lavoratori edili delle Pmi dei 5 Paesi praticano la partecipazione?
ITALIA – Spesso le Pmi sono escluse dalle pratiche più innovative di contrattazione collettiva, e i loro dipendenti hanno difficoltà ad accedere ai benefici dei piani collettivi negoziati. Inoltre la mancanza di strutture aziendali di rappresentanza rende l’esercizio dei diritti di informazione e consultazione, pur previsti dalla normativa europea, poco significativi. Ecco perché le parti sociali valorizzano le sedi di dialogo sociale sovraziendale, grazie alla bilateralità ed ai suoi enti: le Casse edili (prestazioni economiche), i Cpt (sicurezza) e i Formedil (le scuole per la formazione professionale). Inoltre la partecipazione finanziaria è contemplata dal contratto collettivo nazionale, che per il salario di produttività individua 4 criteri più un quinto stabilito dalle parti sociali sul territorio.
BELGIO – Grazie all’elevato livello di rappresentatività delle organizzazioni sindacali, i diritti di informazione e partecipazione sono rispettati. Per le imprese oltre 100 lavoratori è previsto il comitato aziendale, ma anche in quelle molto piccole il dialogo sociale si svolge in maniera efficiente. Abbastanza diffusi i premi di risultato.
FRANCIA – Il dialogo sociale è inesistente nelle microimprese d’Oltralpe, ed è esercitato a livello regionale attraverso i comitati paritetici, istituiti però a livello interprofessionale. Quasi del tutto assente la partecipazione finanziaria dei dipendenti.
GERMANIA – La partecipazione ha un ruolo secondario nel settore edile. Solo il 21% di lavoratori del settore delle costruzioni è rappresentato da un comitato aziendale. Irrilevante anche la partecipazione finanziaria dei lavoratori.
POLONIA – La partecipazione dei lavoratori è limitata: i dipendenti delle micro imprese non hanno nessun accesso alla rappresentanza organizzata dei propri interessi collettivi. I comitati aziendali possono essere eletti solo da imprese con almeno 50 addetti.

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