Il giorno dopo il varo del decreto sviluppo da parte del governo, Cgil Cisl e Uil in corteo manifestano a Roma per sostenere le loro proposte su lavoro e crescita. Per Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, il ministro Elsa Fornero deve correggere i suoi errori sulla vicenda degli esodati. Ma non solo. Vediamo come è andata la giornata.
Sono “200 mila”: questa la cifra aggiornata dagli stessi organizzatori di quanti hanno partecipato, in piazza del Popolo, alla manifestazione unitaria organizzata da Cgil, Cisl e Uil, per il lavoro, la crescita, il welfare e per cambiare il fisco. Una marea, un fiume di gente che a stento riusciva ad entrare in piazza.
Ma quella di oggi é solo la prima di una lunga serie di proteste che si annunciano. “Nelle prossime settimane i sindacati confederali proclameranno altre iniziative di mobilitazione”: lo conferma il leader della Cisl Raffaele Bonanni chiudendo il suo intervento dal palco di Piazza del Popolo.
La manifestazione è stata “un segnale forte per reagire e dare un segno al cambiamento”. Bonanni lo dice fin dall’inizio: “Siamo qui per quelli che apprendono da un giorno all’altro di aver perso il lavoro, per dare voce a chi non ci sta più. A chi ha sentito dire che il governo avrebbe fatto operazioni per i giovani e invece ha visto colpiti loro genitori. Per coloro che si aspettavano che l’equità avrebbe reso gli sforzi più accettabili, più comprensibili”. Forse è per questo che il governo Monti non ha voluto concertazione, unica garanzia di trasparenza per l’opinione pubblica: “Perchè volevano fregare la gente”. Poi, l’intervento di Bonanni batte un tasto dolente, acutizzato fin dai primi giorni dell’insediamento del governo tecnico: “Senza concertazione, senza confronto, le lobby fanno quello che vogliono e i poteri forti. E così giornali e tv fanno oscuramento delle emergenze sociali”. E un appello ai giornalisti: “Scrivetele, ditele, queste cose”. “Siamo colpiti da una tassazione altissima che blocca le famiglie e soffoca le imprese e i consumi. Per questo scendiamo in piazza, per chiedere una politica fiscale giusta che aiuti il Paese a rimettersi in piedi e per chiedere misure per la crescita, uno sviluppo piu’ sostenuto e una soluzione definitiva e concreta al problema di quei tanti lavoratori che rischiano di rimanere senza pensione e senza salario”’.
Sui numeri relativi agli esodati, altro tema scottante bruciato dalle scelte del ministro Fornero: ”All’inizio si sono dette un sacco di bugie. I numeri il ministro Fornero li ha. Non dica chiacchiere. Si sono persi troppi mesi, spero nei prossimi giorni ci siano risposte, altrimenti faremo altre mobilitazioni”. Gli esodati ”sono il simbolo – insiste Bonanni – della peggiore cosa che si é commessa senza concertazione”.
Le soluzioni, invece, “si trovano insieme, perché é l’unico modo per redistribuire in modo equo i carichi di tassazione”.
Monti, dunque, metta all’ordine del giorno altre manifestazioni. E’ un ticket quasi assodato, di fronte alle iniquità dettate dalle scelte del governo tecnico.
Subito in agenda, i pensionati il 20 di questo mese faranno manifestazioni su tutto il territorio. “Obbligheremo il governo a confrontarsi”. “Faremo resistenza a questo modo di procedere del governo e di chi vuole abolire le rappresentanze ed il sociale. Saremo l’osso più duro da superare. Non staremo zitti e continueremo la nostra battaglia, faremo altre mobilitazioni”.
Basta annunci, il governo deve fare. Il monito arriva anche dal leader Uil, Luigi Angeletti, dal palco della manifestazione unitaria a Roma. “Siamo in crisi perché chi ci governa non sta facendo tutto quanto necessario e utile per uscirne. Per un politico fare promesse é il suo mestiere ma un tecnico non deve fare annunci, promesse, deve fare, deve cambiare, deve attuare delle scelte e solo dopo spiegarle , non annunciarle”, dice. “Noi siamo un paese dove a furia di annunci, di piani faraonici di opere pubbliche, siamo precipitati in recessione”, conclude il leader Uil. Per Luigi Angeletti, basterebbe ridurre della metà i costi di funzionamento delle strutture politiche per evitare di pagare tutte le tasse locali. “Perchè si devono contare ben 135 mila persone che devono decidere come spendere i soldi pubblici? Perché 7000 imprese pubbliche, 7000 consigli d’amministrazione che costano più del servizio che viene prestato? Negli altri paesi infine – si contano 30 aziende di trasporto pubblico locale, non il numero spropositato esistente in Italia.
“Il Governo sappia che non basta dire che l’Europa non fa. vogliamo sapere dal Governo quali politiche fa qui in Italia. Ho la sensazione che l’Europa stia diventando un alibi per non fare”. Lo ha detto il leader della Cgil, Susanna Camusso, concludendo dal palco la manifestazione unitaria di piazza del Popolo. Camusso ha sollecitato “subito un’altra politica economica. Se si fanno tanti annunci, e ne abbiamo sentiti troppi, si può anche morire se poi non si fanno le cose”.
Di annunci, insomma, si può morire. Frasi durissime, quelle scelte oggi dai sindacati. Frasi obbligate dal precipitare di una crisi che non può trovare solo negli altari della finanza una camera di compensazione contabile.
Gli obiettivi della manifestazione di oggi, che inizialmente era stata prevista per il 2 giugno, poi rimandata a causa del terremoto in Emilia, erano tutti contenuti nella nota di Cgil, Cisl, Uil: la riforma strutturale del fisco, lo sviluppo dell’occupazione e il welfare che non deve essere considerato un costo, ma una risorsa. I sindacati rivendicano meno tasse per lavoratori e pensionati, più risorse per l’occupazione e una svolta epocale nella lotta all’evasione fiscale. Temi fondamentali che sono diventati ancora più urgenti vista la precipitazione della crisi in Europa e l’emergere del dramma sociale dei cosiddetti ‘esodati’.
“Cgil, Cisl, Uil, – prosegue la nota congiunta- oltre a denunciare la situazione di milioni di lavoratori e pensionati, avanzano proposte e indicazioni possibili sulle risorse da reperire, come per esempio l’utilizzo di una quota significativa di quanto recuperato nel 2012 dalla lotta all’evasione fiscale; l’istituzione di una tassa patrimoniale sulle grandi ricchezze; l’accelerazione di un accordo con la Svizzera per la tassazione dei capitali esportati. Inoltre, per i sindacati le risorse devono essere reperite, razionalizzando i costi di gestione della Pubblica Amministrazione e rendendo più efficiente e meno costoso il ‘sistema politico’, riformando il sistema e le regole degli appalti della Pubblica Amministrazione per eliminare clientele, sprechi ed inefficienze, stimate dalla Corte dei Conti in oltre 60 miliardi”.