“Ho avuto l’ultimo colloquio con Giovanni Schiavon giusto una settimana fa. Posso confermare che la situazione dell’impresa era critica ma nulla lasciava presagire un gesto estremo”. E’ la prima reazione di Gilberto Baratto, il sindacalista della Filca-Cisl, categoria che assiste i sette dipendenti della “EuroStrade 90” di Vigonza, la piccola azienda a vocazione artigiana in cui ieri pomeriggio il titolare si è tolto la vita perché pressato dai debiti.
“Sono stato io a suggerire all’imprenditore la strada della cassa integrazione – conferma Baratto – la richiesta di concessione degli ammortizzatori sociali risale al 1° dicembre scorso. Ci è parso opportuno adottare questa strategia in maniera da far percepire ai lavoratori almeno l’indennità Inps visto che la ditta non riusciva a pagare gli stipendi da oltre tre mesi. Nel frattempo Schiavon avrebbe avuto a disposizione un ulteriore lasso di tempo per cercare di recuperare i crediti”.
Il sindacato era al corrente della grave carenza di liquidità dell’impresa. “Abbiamo anche scritto una lettera alle 2-3 imprese che devono saldare i conti con EuroStrade 90 – precisa il sindacalista della Filca-Cisl – invitandole a rispettare le scadenze di pagamento, a tutela dei lavoratori che non percepiscono lo stipendio da mesi. Ci siamo rivolti anche alla grossa impresa appaltatrice dei lavori del nuovo inceneritore di Aps. Tutte le asfaltature sono state realizzate da EuroStrade 90. Purtroppo questa piccola ditta sconta le difficoltà tipiche di chi opera in regime di subappalto e viene spesso costretto a sottostare alle regole di chi si aggiudica le commesse e finisce poi per saldare i conti con gravi ritardi. Nelle prossime settimane – conclude Baratto – dovremo cercare di capire se l’impresa sarà nelle condizioni di poter riprendere l’attività”.
“Nel momento in cui la crisi tocca il suo apice – aggiunge il segretario generale della Cisl Adriano Pozzato – questo nuovo suicidio, a venti giorni di distanza dall’ultimo caso di Borgoricco, richiama istituzioni e parti sociali sull’esigenza di ripristinare una rete di protezione a cui le persone in difficoltà possano fare riferimento. Bisogna rilanciare l’iniziativa del numero verde. E’ il momento di riconvocare il tavolo presso la Camera di Commercio. Tra le questioni prioritarie da affrontare ci deve essere il rapporto di collaborazione con gli istituti bancari per un credito di cui il territorio e il sistema imprenditoriale padovano si facciano da garanti”.