IMMIGRATI, IL CAPORALATO DIVENTA REATO

IMMIGRATI, IL CAPORALATO DIVENTA REATO

IMMIGRATI, IL CAPORALATO DIVENTA REATO
IMMIGRATI, IL CAPORALATO DIVENTA REATO
Carcere fino a otto anni per chi fa attività di caporalato e multe fino a 2 mila euro per ciascun lavoratore reclutato. Lo prevede l’articolo 12 della manovra che è stata approvata in via definitiva ieri sera dalla Camera e ha introdotto il reato di “Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro” nel codice penale. Finalmente si sanziona in modo adeguato chi, come si legge nel testo approvato, “svolga un’attività organizzata di intermediazione, reclutando manodopera o organizzandone l’attività lavorativa caratterizzata  da sfruttamento, mediante violenza, minaccia, o intimidazione, approfittando dello stato di bisogno o di necessità dei lavoratori”.
Prevista la reclusione da cinque a otto anni, una multa da 1.000 a 2.000 euro per ciascun lavoratore reclutato e pene maggiori se i lavoratori reclutati sono più di tre, hanno meno di sedici anni o sono esposti a gravi pericoli. Inoltre, chi viene “pizzicato” a sfruttare la manodopera in questo modo (ovvero con retribuzioni non conformi al contratto collettivo, con violazioni su orari, riposo, ferie e maternità e con mansioni assegnate senza il rispetto della sicurezza e di condizioni di lavoro dignitoso) rischia anche di non ricoprire più cariche direttive nelle imprese né partecipare a finanziamenti e appalti pubblici.
Molto positivo il commento della Filca-Cisl: “L’edilizia – ha detto Domenico Pesenti, segretario generale della categoria – è uno dei settori nel quale questo fenomeno è più diffuso. Ecco perché si tratta di un provvedimento importante e atteso, visto che era stato chiesto con forza dalla Filca attraverso l’impegno del ‘Progetto San Francesco’”.
Apprezzamenti anche da Liliana Ocmin, segretario confederale della Cisl: “Apprezziamo l’introduzione della norma che andrà in favore di quei lavoratori e lavoratrici, in molto casi immigrati, oggi vittime del ‘caporalato’ e speriamo che serva a prevenire casi come quello tristemente noto avvenuto a Rosarno. E’ un segnale nella direzione da noi auspicata di prevenire e contrastare il lavoro irregolare, ma a questo dovrebbe accompagnarsi il recepimento della direttiva europea 52/2009 ” Norme minime relative a sanzioni e provvedimenti nei confronti di datori di lavoro che impiegano cittadini di paesi terzi il cui soggiorno è irregolare” . La Cisl ha più volte chiesto che questa misura venga introdotta perchè riteniamo, che il recepimento della direttiva europea comporterebbe il duplice vantaggio: contrastare il lavoro sommerso e ridare dignità alle vittime dello sfruttamento.
C’è poi un punto debole del testo che riguarda la possibilità che un lavoratore sfruttato da un caporale possa essere incentivato a denunciare il proprio datore di lavoro. Infatti, per lo più, questi lavoratori sono clandestini e lo stesso permesso di soggiorno previsto dal Testo Unico sull’immigrazione per chi collabora alle indagini sullo sfruttamento viene concesso raramente e a breve termine. Un nodo questo che dovrà essere affrontato quanto prima. Altrimenti la norma del reato rimarrà spuntata.
IL TESTO DELL’ARTICOLO 12

Altre notizie