In una nota congiunta i sindacati di categoria Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil di Taranto “esprimono preoccupazione per la grave situazione dello stabilimento Ilva, a causa del sequestro in atto, per la salvaguardia occupazionale dei lavoratori diretti e per gli oltre mille lavoratori edili che giornalmente varcano il cancello dell’Appalto. Il settore delle Costruzioni è da sempre impegnato per la salvaguardia occupazionale, come lo dimostrano le manifestazioni svolte a maggio e giugno per le Imprese estromesse dallo Stabilimento Ilva ed auspicano una presa di coscienza di tutte le parti in causa”. Per i sindacati “non si può pensare ad una chiusura dello stabilimento a ciclo integrale che farebbe, di colpo, perdere ventimila posti di lavoro e farebbe cadere la Comunità Jonica in una crisi profonda occupazionale e sociale”. Per domani, in concomitanza con la grande manifetazione dei sindacati, Filca, Feneal e Fillea hanno proclamato 24 ore di sciopero.
Per l’intera città di Taranto e per i lavoratori dell’Ilva si preannuncia una settimana cruciale e un mese di agosto tutt’altro che di vacanze dopo l’annuncio del gip di sequestrare tutta l’area a caldo dell’impianto per inquinamento. Ora c’è grande attesa per la manifestazione di domani, giovedì 2 agosto, alla quale parteciperà anche il leader Cisl Raffaele Bonanni.
Con l’arrivo dei custodi nominati dal gip, sono di fatto cominciate le procedure per eseguire il sequestro di 6 impianti dell’area a caldo dell’Ilva. I tecnici sono incaricati dal gip di “avviare le procedure tecniche per il blocco delle specifiche lavorazioni e per lo spegnimento”. I quattro custodi sono giunti all’interno del siderurgico attorno a Mezzogiorno e stanno incontrando la dirigenza dell’Ilva, per stabilire le procedure di chiusura degli impianti, che richiederanno tempi lunghi. I custodi giudiziari sono stati incaricati di sovrintendere alle procedure, osservando “le prescrizioni a tutela della sicurezza e dell’incolumità pubblica e a tutela dell’integrità degli impianti”.
Lavoratori e sindacati si preparano intanto con una serie di iniziative alla manifestazione pubblica annunciata per il 2 agosto, che coinciderà con uno sciopero di 24 ore a partire dalle 7. Alla manifestazione si sta pensando di far partecipare anche le famiglie dei dipendenti Ilva. L’iniziativa dovrà servire a tenere alta l’attenzione sulla vicenda del Siderurgico perchè il giorno dopo, venerdì 3 agosto, dinanzi ai giudici del tribunale del Riesame si discuteranno i ricorsi presentati contro il decreto di sequestro degli impianti dell’area a caldo e l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per otto tra dirigenti ed ex dirigenti dell’Ilva. La decisione dovrà arrivare entro dieci giorni dal deposito degli atti da parte della Procura, che dovrebbe avvenire domani.
Giorgio Napolitano – al quale i lavoratori Ilva si sono appellati indirizzandogli una lettera – auspica si trovino soluzioni “che garantiscano la continuità e lo sviluppo dell’attività” e che si proceda “senza ulteriore indugio” al pieno adeguamento alle norme per la protezione dell’ambiente e la tutela della salute dei cittadini. “Sono debitore di una risposta al drammatico appello che mi avete rivolto – ha risposto Il Presidente – anche perchè nel lontano 1959-60, da giovane deputato ed esponente politico meridionale, fui convinto sostenitore della necessità – per la rinascita e lo sviluppo del Mezzogiorno – della costruzione di un impianto siderurgico a ciclo integrale nella città di Taranto. Nacque allora una grande realizzazione, una straordinaria esperienza di produzione e di lavoro, che non può cancellarsi, per quanto sia passata attraverso scelte discutibili e abbia conosciuto complessi problemi”.
“Dev’essere perciò possibile – nel pieno rispetto dell’autonomia della magistratura e delle sue valutazioni ai fini dell’applicazione della legge – giungere a soluzioni che garantiscano la continuità e lo sviluppo dell’attività in un settore di strategica importanza nazionale, fonte rilevantissima di occupazione in particolare per Taranto e la Puglia, e insieme procedere senza ulteriore indugio agli interventi spettanti all’impresa e alle iniziative del governo nazionale e degli enti locali che risultino indispensabili per un pieno adeguamento alle direttive europee e alle norme per la protezione dell’ambiente e la tutela della salute dei cittadini. Auspico che in tale direzione si operi rapidamente ed efficacemente, favorendo un clima di serena comprensione e di responsabile partecipazione sociale e civile a Taranto e in tutti i centri interessati alla scottante questione”.
Scende in campo anche la Chiesa. Nel suo discorso dopo l’Angelus a Castelgandolfo, Papa Benedetto XVI ha detto di seguire “con preoccupazione le notizie relative allo stabilimento Ilva di Taranto”, manifestando vicinanza agli operai e alle famiglie. “Esorto tutti – ha aggiunto – al senso di responsabilità e incoraggio le istituzioni nazionali e locali a compiere ogni sforzo per giungere a una equa soluzione della questione, che tuteli sia il diritto alla salute, sia il diritto al lavoro, soprattutto in questi tempi di crisi economica”. Si mobilita anche la diocesi di Taranto, organizzando una veglia di preghiera che potrebbe tenersi mercoledì primo agosto, giorno in cui rientrerà in sede dal Brasile l’arcivescovo, mons. Filippo Santoro, il quale ha annullato tutti gli impegni nel Paese sudamericano per stare vicino agli operai e alle loro famiglie.