IL WELFARE CHE VERRA’, INIZIATIVA DELLA FILCA SARDEGNA

IL WELFARE CHE VERRA’, INIZIATIVA DELLA FILCA SARDEGNA

Si è svolta lo scorso 8 giugno a Cagliari una tavola rotonda sul tema “Il welfare che verrà! Cosa fare per il mondo del lavoro edile“. Ai lavori ha partecipato, tra gli altri, il segretario generale della Filca, Franco Turri.
 
 
 
 
“La storia contrattuale della Filca – ha detto il segretario generale della Filca Sardegna, Giovanni Matta, nel corso del suo intervento – è intrisa di vicende aderenti al tema del welfare, e sopratutto nel periodo recente ha costituito l’ambito di riflessione più impegnativo  nel tentativo di dare nuove risposte al mondo del lavoro edile. Qualora poi questo non fosse un motivo sufficiente basta soffermarsi su quanto ci propongono i mass media che al tema dello “stato sociale” pongono, insieme all’opinione pubblica generale un’attenzione quasi ossessiva. Quello del welfare è un tema di lunga data. Ha quasi due secoli di significativo ed importante servizio. Ha dato le fondamenta a quel sistema di protezioni sociali durante tutto il novecento e, con alterne vicende, sino ai giorni nostri. Esso si fonda sul principio della ripartizione, o pay as you go il criterio che, in sostanza, consente, con il concorso di tutti i redditi, di finanziare anno per anno le prestazioni del welfare system. A questa idea si deve il grande merito che ha dato corso ad una protezione sociale di spessore, capace di includere tutti i cittadini e, in alcuni casi concorre al riconoscimento di diritti di cittadinanza “universale”. È  in conseguenza di questa concezione  che è stato possibile gestire gli effetti negativi dei rischi che possono manifestarsi nel corso della vita delle famiglie e dei singoli”.
“È stato  grazie a questo principio della ripartizione – ha sottolineato Matta – che il nostro Paese è riuscito in parte ad attutire gli effetti della crisi che da ben otto anni attanaglia il sistema produttivo italiano generando quegli effetti  ben noti al mondo del lavoro. Dagli effetti di questa crisi, PIL in decrescita, disoccupazione in aumento, riscontriamo un progressivo mutamento e/o indebolimento dei livelli di tutela, già oggi palese ed in prospettiva,  ancor più marcato, dello stato sociale. Non passa giorno ove ciascuno di noi ha modo di constatare quanto ciò stia procurando una condizione di vera tensione tra i nostri associati”.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“Oggi possiamo provare ad immaginare un welfare bilaterale che si fa carico di queste nuove esigenze. Nel periodo recente c’è stato un proliferare di azioni, di buone pratiche afferenti il settore sanitario, sul fronte previdenziale, su quello inerente il sostegno all’istruzione, sul tempo libero e così via. Tutte esperienze che l’attuale crisi ha fortemente ridimensionato.  Possiamo provare ad immaginare una nuova fase dove dentro la bilateralità  gettiamo le fondamenta per dare ulteriore impulso ad un welfare innovativo?. Si tratta di costruire un patto dentro cui devono trovare soluzione le attese dei lavoratori che nel nuovo modello previdenziale classico come in quello sanitario, vedono sfumare giorno dopo giorno le condizioni basilari di tutela sociale, così come far lievitare un processo che aiuti la nuova impresa edile ad assumere un ruolo dinamico dentro il mercato del lavoro. La tutela del lavoro edile nella sua accezione più ampia, così come quella del lavoratore edile si concretizza dentro un un’innovata  idea di sistema ancorato ad una nuova filosofia di tutele sociali certe ed esigibili”.
 
 
 
 

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