Cancellazione del contributo di solidarietà, abolizione per via costituzionale di tutte le province, dimezzamento del numero dei parlamentari, 2 miliardi in meno di tagli agli enti locali e interventi sul calcolo delle pensioni di anzianità. Dopo un vertice fiume durato oltre sette ore, i leader di Pdl e Lega trovano un’intesa che ridisegna la manovra. Viene archiviata l’ipotesi, circolata insistentemente nei giorni scorsi, di un aumento dell’Iva. “E’ certamente un fatto positivo che il Governo abbia rinunciato ad un intervento sull’Iva – commenta Raffaele Bonanni -, che invece andrà rimodulata nel quadro della delega fiscale, insieme ad una riduzione dell’Irpef, come più volte hanno sostenuto Cisl e Uil negli ultimi mesi”. L’aumento Iva, secondo il segretario generale, “deve servire a spostare la tassazione dalle persone alle cose, riducendo l’Irpef ai lavoratori, alle famiglie numerose ed alle imprese, gravando su chi ha di più e facendo pagare gli evasori che come tutti sanno spendono e spandono”. “Ci aspettiamo ora – aggiunge Bonanni – una accelerazione in Parlamento dell’iter della delega sulla riforma fiscale, che è oggi lo strumento indispensabile per favorire la crescita e la ripresa dei consumi, in un quadro di intensificazione della lotta fiscale e di una maggiore equità”.
Oltre all’aumento Iva, la manovra non contiene la soppressione delle province al di sotto dei 300 mila abitanti. Le province, infatti, saranno abolite integralmente. Ma non subito. La legge, così come quella che dimezzerà il numero dei parlamentari, seguirà l’iter di riforma costituzionale. Dal vertice di ieri arriva qualche sollievo per gli enti locali: i tagli ai trasferimenti previsti in manovra saranno ridotti di due miliardi. Intervento che non basta al “partito” dei sindaci, che oggi proseguirà la sua mobilitazione.
Il calcolo per il raggiungimento della pensione di anzianità non terrà conto degli anni di servizio militare e degli anni universitari. “Verranno scorporati”, mantenendo immutato l’attuale regime previdenziale. Gli anni in questione, però, verranno computati per il calcolo della pensione. Per Bonanni, però, si tratterebbe di un’operazione non equa. “La partita non può chiudersi così. Il Governo ed il Parlamento devono sforzarsi di ricercare il massimo di equità e di consenso in questa manovra. Per salvare i giocatori di calcio ed i redditi alti dal contributo di solidarietà, è sbagliato penalizzare chi ha riscattato con i propri soldi la laurea ed il servizio militare. Questo non va bene. Noi – prosegue il leader della Cisl – riteniamo che sia più equo far pagare qualcosina in più a chi possiede di più e guadagna di più. La manovra non può non tener conto della graduatoria sociale del nostro paese. Siamo perfettamente consapevoli che bisogna stringere la cinghia e ridurre la spesa pubblica. Ma proprio per questo c’è bisogno di maggiore equità nei provvedimenti previsti. Non si può pensare di risparmiare quelli che guadagnano di più e colpire i lavoratori dipendenti, peraltro con una soluzione sgradevole, non prevista e comunicataci all’ultimo momento. Il Governo deve ripensarci e la Cisl farà di tutto per farglielo capire”.
Al termine del vertice, primi giudizi positivi della maggioranza. Laconico il ministro Tremonti, che si limita a un “molto bene”. Più soddisfatto il leader dei frondisti, Crosetto, che sottolinea l’eliminazione del contributo di solidarietà, l’intervento sulle pensioni e il sì al suo emendamento sul taglio del 25% della P.A. Giudizi negativi giungono dalle opposizioni. “Se non li conoscessimo – dichiara il capogruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi – saremmo pronti a commentare positivamente l’annuncio dell’accordo sul dimezzamento dei parlamentari e sull’abolizione delle province. Purtroppo, però, li conosciamo e non ci fidiamo”.
(da www.conquistedellavoro.it e www.cisl.it)