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IL JOBS ACT NON CONVINCE LA CISL

IL JOBS ACT NON CONVINCE LA CISL

Jobs Act in pillole
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Il Jobs act non convince la Cisl, ma un referendum abrogativo non sarebbe la giusta soluzione. Questa, in sintesi, la posizione espressa da Annamaria Furlan, numero uno di via Po, in un’intervista rilasciata al quotidiano La Stampa. “Noi preferiamo la strada della contrattazione. Un’iniziativa del genere contribuirebbe solo a creare confusione e incertezza”, spiega.

Nel merito, aggiunge la sindacalista, “ci sono cose positive e altre deludenti. È molto positiva la decontribuzione per i nuovi assunti. Non a caso era una nostra proposta sin dall’inizio”.

Sull’altro fronte, invece, “siamo molto delusi – afferma – dal fatto che questo pacchetto non ridurrà in maniera sufficiente il numero dei lavoratori con contratti di collaborazione, che nel pubblico impiego sono moltissimi. Non ci piace la decisione di non rivedere la norma che impedirà il reintegro in caso di licenziamento collettivo. Inoltre avevano deciso di ridurre
da tre a due anni il limite per i contratti a termine. Siamo anche molto critici con la norma contenuta nel disegno di legge sulla concorrenza di rendere portabili i fondi pensione integrativi”.

“Per dare una spinta forte alle assunzioni – avverte inoltre Furlan – ci vogliono anche sgravi a sostegno degli accordi aziendali e di produttività”. Incontrando i giornalisti, in occasione della presentazione alla Cassazione del testo di legge di iniziativa popolare in materia fiscale, il segretario generale della Cisl ha sottolineato che “il governo non ha ascoltato le Commissioni parlamentari ed il sindacato e ha sbagliato, noi lavoreremo per recuperare con la contrattazione”.

Furlan ha anche aggiunto che “si è sforbiciato troppo poco sulle forme di precarietà, molte rimangono, il governo ha dimostrato poco coraggio”.

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