“La battuta d’arresto imposta dalla Braas Monier Building Group sulla contrattazione aziendale di secondo livello è incomprensibile e potrebbe determinare pesanti ripercussioni”. A dichiararlo sono le segreterie nazionali di FenealUil, Filca-Cisl, Fillea-Cgil, dopo che l’azienda, che produce laterizi e manufatti in cemento, ha assunto una posizione rigida nel corso della trattativa, determinandone di fatto il blocco.
“Siamo stupiti dall’atteggiamento del Gruppo Monier – proseguono le tre sigle sindacali – con il quale fino ad oggi abbiamo avuto consolidate relazioni industriali, che ci hanno permesso di sottoscrivere importanti accordi per i 250 dipendenti. È davvero incomprensibile come una delle aziende più solide e strutturate del settore, tra l’altro recentemente passata per il 100% all’americana Standard Industries, si sia resa indisponibile a prendere in considerazione qualsiasi proposta di accordo, determinando di fatto la sospensione del confronto”. Negli ultimi mesi del 2016 i sindacati avevano aperto il confronto per il rinnovo del contratto aziendale e presentato una piattaforma in linea con il contratto nazionale e la recente normativa fiscale, proponendo avanzamenti in tema di diritti e Premio di risultato (PDR). L’azienda si è presentata al tavolo con un atteggiamento molto rigido, restringendo senza mediazioni ogni possibilità di intesa.
“Il metodo di calcolo del PDR – spiegano Feneal, Filca, Fillea – è stato stravolto, abbandonando tutti gli elementi legati storicamente alla qualità ed alla produzione, indicando come unica variabile la redditività (EBITDA), svilendo completamente il ruolo e la partecipazione dei lavoratori, da sempre valore aggiunto per il benessere e la produttività dell’azienda. Le previsioni economiche per il 2017 dell’azienda – continuano i sindacati – sono ancora troppo incerte per immaginare un premio che possa corrispondere alle aspettative dei dipendenti. La preoccupazione maggiore è una posizione aziendale che impedisce di trattare temi importanti, dettando le scadenze del confronto, togliendo alla trattativa dignità e prospettive per un compromesso equilibrato, nonostante gli impegni straordinari espressi dai lavoratori e l’elasticità mostrata dalle RSU e dai sindacati. Non possiamo accettare – concludono – che una multinazionale come Monier, in procinto di entrare sotto le politiche industriali del grande gruppo americano Standard Industries, si presenti al tavolo negoziale debole e incapace di mediazioni adeguate a consolidare la qualità del lavoro e la partecipazioni dei propri lavoratori agli obiettivi aziendali: per questo, mentre rimane alta l’attenzione negli stabilimenti, auspichiamo un cambio di passo e un riavvio del tavolo”.