GRUPPO FERRETTI, IL 10 FEBBRAIO ALTRE 4 ORE DI SCIOPERO

GRUPPO FERRETTI, IL 10 FEBBRAIO ALTRE 4 ORE DI SCIOPERO

Di seguito il comunicato del Coordinamento nazionale Filca-Feneal-Fillea del Gruppo Ferretti.
Oggi si è tenuto l’incontro di gruppo tra la Ferretti SpA e il coordinamento sindacale di gruppo. Oggetto dell’incontro era la discussione sul nuovo piano industriale dell’azienda che prevede, tra l’altro, la chiusura dello stabilimento di Forlì.
Il giudizio di FILLEA, FILCA, FENEAL ed Rsu aziendali resta invariato, e quindi negativo, rispetto alle proposte dell’azienda. Non siamo ancora riusciti ad avere un vero piano industriale. Continuano a non essere chiari gli obiettivi produttivi e commerciali, non è dato sapere quale sia la reale situazione finanziaria dell’impresa. Insomma non abbiamo avuto la possibilità di discutere un vero e proprio piano industriale.
In aggiunta alla preannunciata chiusura del sito di Forlì, nell’incontro odierno sono emerse grandi criticità in tutto il gruppo ed in particolare per lo stabilimento CRN di Ancona.
Continuano ad essere risibili i risparmi collegati alla chiusura dello stabilimento forlivese così come c’è un’evidente sproporzione tra i risparmi effettivi (nel 2014 non si andrà oltre i 2 milioni di euro) e le conseguenze sociali ed occupazionali che si produrranno.
Nel corso dell’incontro le Organizzazioni Sindacali hanno più volte cercato di introdurre argomenti e proposte efficaci almeno quanto quelle aziendali, ma fino ad ora non si è potuti entrare nel merito.
L’incontro non ha pertanto prodotto alcun passo in avanti nè ha permesso di avviare un vero confronto di merito.
Per queste ragioni il coordinamento sindacale di gruppo ha deciso di indire 4 ore di sciopero per tutti gli stabilimenti del gruppo per il giorno 10 febbraio con le modalità che saranno comunicate ai lavoratori dalle rispettive Rsu aziendali. I lavoratori di Forlì decideranno domani in assemblea le ulteriori iniziative di lotta.
Il giorno 11 febbraio è convocato il tavolo presso la Regione Emilia Romagna (analoga iniziativa è stata intrapresa dalla regione Marche) entro quella data le Organizzazioni Sindacali formalizzeranno per iscritto la propria posizione e le proprie proposte.
Continuiamo infatti a pensare che gli obiettivi di contenimento dei costi fissati nel piano siano ampiamente raggiungibili senza produrre conseguenze irreversibili e traumatiche sul piano occupazionale e quindi sociale. Inoltre la chiusura dello stabilimento di Forlì rappresenterebbe l’inizio di una fase di disinvestimento che avrebbe conseguenze su tutto il gruppo e sull’indotto.
L’azienda ha assunto, più volte, l’impegno ad utilizzare tutti gli ammortizzatori sociali disponibili prima di considerare interventi che abbiano effetto sull’occupazione, gli ammortizzatori sociali sono ancora tutti a disposizione dell’Azienda e devono essere utilizzati per affrontare la difficile situazione di mercato;
Nei mesi scorsi diversi lavoratori hanno manifestato la volontà di aderire alla procedura di mobilità volontaria e incentivata ancora in corso, anche per questa via potrebbe esserci una soluzione non traumatica per i lavoratori;
Mentre si pensa alla chiusura dello stabilimento di Forlì ci sono ancora numerose attività che vengono effettuate all’esterno del gruppo o affidate in appalto, in una fase di contrazione delle attività avrebbe senso concentrare alcune di queste lavorazioni sullo stabilimento di Forlì.
Ci sono pertanto tutte le condizioni per avviare una vera discussione sulla revisione del piano industriale senza mettere inutilmente in discussione tanti posti di lavoro (camuffandoli con dei trasferimenti)
 
Infine è stata già effettuata la richiesta di convocazione presso il ministero dello sviluppo economico affinchè urgentemente venga convocato un tavolo.
In aggiunta allo sciopero di lunedì 10, il coordinamento ha già proclamato altre 4 ore di sciopero da effettuarsi con modalità che andranno definite.
 

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