Si chiama “Green Act che serve all’Italia” il programma che Legambiente ha proposto al Governo per cambiare l’Italia. L’iniziativa è stata stata illustrata nel corso di un evento al quale ha partecipato anche il segretario nazionale della Filca, Paolo Acciai. Gli 11 temi proposti dall’associazione sono fiscalità ambientale, città, bonifiche, energia, rifiuti, mobilità nuova, trasporti, dissesto idrogeologico, natura, turismo, fondi strutturali.
“I primi di gennaio – è scritto in un comunicato di Legambiente – il premier Matteo Renzi – ha annunciato che il Governo avrebbe dedicato il mese di marzo alla messa a punto di interventi per dare nuovo impulso allo sviluppo green dell’economia. In una situazione di recessione abissale, l’economia italiana ha ottenuto risultati sorprendenti in alcuni settori ambientali, una conversione ecologica sostanzialmente spontanea, in parte determinata dalla recessione stessa, che ha spinto le aziende verso comportamenti più attenti e virtuosi.
Nel 2013 e 2014 – spiega l’Associazione – i consumi lordi di energia primaria sono scesi a 173 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, l’1,9% in meno rispetto al 2012. Sono invece cresciute le fonti rinnovabili ed è tornata a migliorare l’efficienza energetica dei processi di produzione e di consumo. Nel 2012, secondo i dati Eurostat, in Italia sono stati riciclati oltre 53 milioni di tonnellate di rifiuti. In valore assoluto, l’Italia è il Paese europeo con le maggiori quantità recuperate dopo la Germania.
Il consumo di suolo rimane un problema: tra il 1989 e il 2006 il suolo consumato sale al 6,6% (265 kmq all’anno) e poi rallenta per giungere il 6,9% nel 2010. Un fenomeno particolare è quello dello sprawling: la crescita di case sparse e di piccoli nuclei abitati, la proliferazione di capannoni, svincoli, parcheggi, centri commerciali. A peggiorare la situazione, l’urbanizzazione delle aree costiere e l’abusivismo edilizio.
“Il Green Act che serve all’Italia – ha dichiarato il presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza – deve rappresentare una scossa e aprire un nuovo indirizzo di politica economica, fiscale, industriale, culturale. Serve un disegno strategico che avvii un percorso organico fatto di misure concrete, da subito operative per realizzare quel cambio di passo necessario a rompere con le idee di sviluppo del Novecento”.
“Il mondo è cambiato e l’Italia oggi ha una reale possibilità di trovare una propria bussola nella globalizzazione valorizzando quelle risorse, vocazioni e talenti che tutto il mondo ci invidia e utilizzando la chiave del clima come opportunità per permettere a famiglie e imprese di ridurre consumi energetici e importazioni di fonti fossili. Ma per fare ciò occorre accompagnare e promuovere il cambiamento con una chiara prospettiva di investimenti e regole” – ha concluso Cogliati Dezza.
“Ritengo molto positiva l’apertura con le associazioni ambientaliste – ha detto Acciai intervenendo all’iniziativa – ma si deve fare anche con i sindacati e non solo con le imprese. Lo sviluppo sostenibile deve essere di qualità sempre più complessa, con effetti benefici non solo dal punto di vista finanziario ma anche occupazionale. I problemi non mancano – ha sottoineato Acciai – basti pensare che le risorse per le bonifiche dei siti di interesse nazionale, già insufficienti, sono state sfruttate solo per il 20’%. Ogni piano ambientale – ha aggiunto – deve avere anche una efficacia sociale, con ricadute occupazionali ed ambientali. La Direttiva Ue del novembre 2014 – ha concluso – impegna le imprese sopra i 500 dipendenti all’obbligo di informazione non finanziaria ma di impatto ambientale e sociale”.
Di seguito, ecco nel dettaglio gli 11 temi proposti da Legambiente:
1. FISCALITÀ AMBIENTALE: chi inquina paga, chi innova risparmia
2. CITTÀ: rigeneriamole
Solo nelle città metropolitane italiane vivono 20 milioni di persone. Le proposte:
– una struttura di missione per indirizzare e coordinare interventi di rigenerazione urbana;
– disincentivare consumo del suolo, incentivare e semplificare le procedure per la riqualificazione dei condomini;
– rendere operativo il fondo per l’efficienza energetica e stabilire i criteri per l’accesso di privati e enti pubblici;
– escludere dal patto di stabilità gli interventi di riqualificazione energetica e antisismica del patrimonio edilizio pubblico;
– approvare subito il ddl in materia di “Contenimento del consumo di suolo e riuso del suolo edificato”.
3. BONIFICHE: risanare le ferite
4. ENERGIA: Italia rinnovabile
Nel 2014 il 44% della produzione nazionale di energia elettrica è derivato da fonti rinnovabili. L’efficienza energetica per unità di prodotto e di servizio è +9,5% nel periodo 2000-2013. Le proposte:
– introdurre regole chiare e trasparenti per l’approvazione dei progetti da rinnovabili;
– garantire e semplificare l’autoproduzione di energia per Comuni, famiglie, aziende;
– cancellare miliardi di euro di sussidi alle fonti fossili dalle bollette.
5. RIFIUTI: ridurre e riciclare prima di tutto
6. MOBILITÀ NUOVA: pedoni, pedali, pendolari
7. TRASPORTI: #cambiareverso alle infrastrutture
Sono tre milioni i pendolari che ogni giorno si muovono in treno in Italia. Rispetto al 2009 le risorse da parte dello Stato per il trasporto pubblico su ferro e su gomma sono diminuite del 20%. Le proposte:
– priorità alla mobilità nelle aree urbane: 50% della spese per opere pubbliche;
– aumentare e ammodernare i treni in circolazione e rendere competitivo il servizio ferroviario;
– regioni: razionalizzare orari e linee, aumentare investimenti (5% del bilancio);
– superare il fallimento della Legge Obiettivo.
8. DISSESTO IDROGEOLOGICO: azioni per prevenire
Sono 6 milioni gli italiani che vivono o lavorano in aree ad alto rischio idrogeologico. Le proposte:
– basta con i vecchi progetti rimasti nei cassetti per anni, serve qualità nella progettazione;
– non più difesa passiva ma politiche di prevenzione: spazio ai fiumi e naturalizzazione del territorio;
– l’unità di missione garantisca l’efficacia a scala di bacino, non solo interventi puntuali;
– istituire le Autorità di distretto, con strumenti adeguati per raggiungere gli obiettivi delle direttive comunitarie;
– l’adattamento ai cambiamenti climatici e la riduzione del rischio procedano insieme e non più su binari separati.
9. NATURA: investire sulla biodiversità conviene
10. TURISMO: l’Italia oltre la grande bellezza
11. RISORSE EUROPEE 2014-2020: sfide e opportunità