“II 2012 è stato la Caporetto dell’edilizia con centinaia di aziende anche storiche che hanno chiuso, 1.500 posti di lavoro persi e firme di mobilità per mille lavoratori”. È allarme rosso quello che fa scattare Paola Bavoso, segretario generale Filca Genova, mentre teme, per il futuro del comparto, “proliferazione di lavoro nero ed emergenza abitativa”. Sottolinea poi il profondo disagio di chi resta senza lavoro “perde anche la casa, con mutui e affitti che non si pagano più e conseguente aumento di evasione fiscale, usura, illegalità”.
A tutto ciò si aggiunga come molti lavoratori espulsi dal mercato hanno tentato di mettersi in proprio aprendo una partita Iva e venendo schiacciati dalle tasse. Dati amari, a conferma del disagio denunciato dalla Bavoso. “In Italia ci sono 500 mila alloggi nuovi fermi, a Genova quasi 40 mila sfitti”, sottolinea, invitando a contrastare la situazione. A farlo per prima è proprio Filca, che chiede al Comune di rilanciare l’edilizia: “Non ha risorse – dice il segretario – e non può sopperire alle richieste delle aziende ma può abbattere i costi di organizzazione pensando a premi economici per i costruttori che investono in opere di bio-edilizia o che favoriscano risparmi energetici. Chiediamo l’abbattimento del costo di occupazione del suolo pubblico, finanziamenti a tasso zero e piani di quartiere sostenibili che favoriscano l’occupazione locale”.
“Meno profitto, più attenzione al bene comune”, invoca la leader Filca, invitando, per rilanciare il settore, ad un’ edilizia “buona”. “Per sviluppare l’edilizia sostenibile – dice Bavoso – sono opportuni cambiamenti socio-culturali ed il sostegno di una adeguata formazione. Un edificio è ecocompatibile se l’intero processo edilizio osserva i principi di tutela ambientale. Pensiamo a piani di manutenzione di quartiere attraverso progetti di riqualificazione; diciamo “no” a false partite Iva sotto la quali si cela sfruttamento ed evasione e pensiamo a sinergie tra istituzioni e imprese”.