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Genova, allarme-occupazione per i tagli all’edilizia pubblica

Genova, allarme-occupazione per i tagli all’edilizia pubblica

Genova
A rischio 1.500 posti di lavoro. Salvatore Teresi, segretario della Filca: “Necessario effettuare incontri congiunti, ognuno opera per conto proprio”
Allarme per oltre 1.500 posti di lavoro a rischio in edilizia, sotto la Lanterna dopo che, nel piano triennale prossimo venturo, sono stati diminuiti gli stanziamenti da parte del Comune di Genova sull’edilizia pubblica.
E il “grido di dolore” non solo è giustificato e verosimile ma proviene, per una volta, dagli imprenditori visto che, a lanciarlo è stato il numero uno dei costruttori edili del capoluogo ligure, Marcello Marzini, presidente dell’Assedil che raggruppa le maggiori aziende e società del settore nella zona. Lo ha fatto dati alla mano e senza timore, nonostante da Palazzo Tursi si contesti l’affermazione, che è invece condivisa dai sindacati.
“Fondamentalmente vero”, assicura Salvatore Teresi, segretario provinciale della Filca Cisl Genova, che però aggiunge anche come, “negli ultimi tempi, manchi una linea politica da parte degli industriali e ciò peggiora l’operato di una pubblica amministrazione miope che non ha confronto con le parti sociali ma fa solo spot pubblicitari e poco sviluppo”.
“Da parte industriale – critica ancora Teresi – si bada solo a curare il proprio orticello e l’atteggiamento mette in crisi la stressa edilizia”. Per il segretario degli edili Cisl, l’unica ricetta contro la crisi, vera e forte, “è trovarsi attorno ad un tavolo affinché si possa dare il via alle opere che servono a questa città. Ci vogliono incontri congiunti perché finora si è parlato in ordine sparso. Il Comune ha risposto agli imprenditori accennando a qualche parcheggio, mentre gli industriali incontrano il Comune senza che partecipino anche i sindacati”.
Insomma, ciascuno si muove per proprio conto e la situazione denunciata da Assedil è, in effetti, ancora più grave di quanto detto, ma occorre però che gli stessi imprenditori si mettano in gioco. “Ora non lo fanno – aggiunge Teresi – mentre il Comune non mette risorse in campo. In questo modo i piani triennali rischiano di essere fumo negli occhi e i pochi cantieri dove potrebbe decollare il lavoro diventano privati”. Per questo motivo il sindacato ribadisce la richiesta di un tavolo di confronto ma “ci pare sia difficile dialogare con lo stesso sindaco che, nonostante ripetute richieste, da quando si è insediato, non ci ha ancora ricevuto”.

Dino Frambati

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