Ultimatum dei sindacati confederali alla direzione della Raffineria di Gela: “Se entro il 10 maggio non si avranno risposte certe in merito alla vertenza dell’indotto sulla salvaguardia dei posti di lavoro, si andrà a iniziative di lotta tra cui lo sciopero generale di tutte le categorie”.
La decisione è contenuta in un documento unitario approvato all’unanimità dai direttivi delle categorie dell’industria, riuniti nel petrolchimico dell’Eni, alla presenza delle segreterie provinciali di Cgil Cisl e Uil di Caltanissetta.
“Sono in pericolo 600 posti di lavoro tra i metalmeccanici, gli edili e i lavoratori dei servizi – dichiara Francesco Iudici, segretario generale della Filca-Cisl di Caltanissetta – perchè la direzione dello stabilimento, pur avendo stanziato 500 milioni di euro per interventi di manutenzione e di bonifica degli impianti, non assegna ancora le nuove commesse di lavoro alle imprese appaltatrici. “La situazione a Gela – scrivono Cgil Cisl e Uil – vede, da mesi, il 70% dei lavoratori dell’indotto in regime di cassa integrazione ordinaria e molte aziende vogliono ora far ricorso alla cassa integrazione straordinaria, anticamera del licenziamento. Il sindacato – si legge ancora nella nota – rivendica una maggiore responsabilità sociale e sollecita con urgenza l’apertura di tavoli istituzionali di confronto, ai diversi livelli del territorio, coi governi regionale e nazionale, per affrontare le questioni del rilancio produttivo e ambientale del petrolchimico di Gela”.