Razionalizzazione e maggiore efficienza. Più efficacia e peso politico. E l’obiettivo di diventare “la casa” di tutti gli artigiani edili veneti. Ceav (la Cassa edile artigiana veneta di Confartigianato) e Ceva (Cassa edile veneta degli artigiani di Cna) entrambe istituite con FILCA CISL, FILLEA CGIL e FENEAL UIL regionali, hanno infatti deciso di fondersi dando vita a un’unica struttura: Edilcassa Veneto, la più grande Cassa edile d’Italia.
«È una fusione che risponde alle difficoltà economiche del momento che stiamo attraversando, e che allo stesso tempo vuole dare un messaggio forte alla nostra classe politica e dirigente: occorre riorganizzare il sistema per razionalizzare le risorse e ottimizzare i servizi», commenta il neo vicepresidente di Edilcassa Salvatore Federico, già vicepresidente di CEVA e CEAV. «Potenziamo la bilateralità per produrre innovazione e aumentare la professionalità di imprese e lavoratori, al servizio del sistema dell’edilizia e per costruire una nuova stagione di sviluppo sostenibile e legalità».
Con la nascita di Edilcassa la bilateralità nell’artigianato edile veneto fa un deciso passo avanti proprio nel punto più basso della crisi che da anni sta colpendo il settore. Sindacati dei lavoratori e organizzazioni delle imprese artigiane hanno compiuto un atto di coraggio che guarda al futuro. L’unificazione delle due casse, Ceav e Ceva, non risponde solo ad una logica di riduzione dei costi e di maggiore efficienza, ma si pone anche l’obiettivo di rilanciare con maggiore forza i servizi della nuova Edilcassa. Si pensi in particolare ai temi della sicurezza e della formazione sia per i dipendenti che per i titolari. In questo modo si supera finalmente una lunga fase di divisione e si dà vita ad un soggetto che fin dall’inizio si presenta nel panorama nazionale delle Casse Edili come uno dei più forti.
Se a ciò si aggiunge che nelle scorse settimane è stata estesa anche agli operai e agli impiegati del settore edile la copertura delle spese sanitarie si comprendono le forti potenzialità che ha la bilateralità nell’artigianato in Veneto.
“Si realizza, dopo venticinque anni, l’obiettivo di un’unica Casse Edile dell’artigiano edile del Veneto – dichiara Salvatore Federico – nel momento più difficile degli ultimi decenni per il settore delle costruzioni e per il Paese. Il lavoro che vogliamo fare assieme ha l’obiettivo di essere volano per un nuovo sviluppo del settore che sia fondato sul lavoro, sulla legalità e sulla sostenibilità. Sicurezza, rispetto per il territorio e sua messa in sicurezza, recupero e riutilizzo dell’esistente costituiscono il nuovo necessario paradigma per invertire la tendenza degli ultimi anni e tornare a fare dell’edilizia un settore trainante dell’economia e fonte di occupazione”.
I NUMERI DELLA FUSIONE
Ceav può contare su circa 10.000 lavoratori iscritti e oltre 3.200 imprese per un bilancio di 25 milioni di euro. Le dimensioni di Ceva (presieduta da Roberto Strumendo), portano in dote circa 2 mila lavoratori iscritti e poco meno di un migliaio di aziende per un bilancio che si aggira sui 5 milioni di euro. La nuova Edilcassa Veneta potrà dunque contare su un patrimonio di oltre 12 mila lavoratori, oltre 4 mila imprese e un bilancio che supererà i 30 milioni di euro.
LE TAPPE DELL’OPERAZIONE
Un anno fa, il 16 ottobre, davanti al notaio, è stata ratificata la fusione con la sottoscrizione dell’accordo da parte dei rappresentanti legali di Ceav e Ceva e la nascita del nuovo soggetto societario. Ceva è ufficialmente entrata in Edilcassa il 25 settembre dopo che la Cassa veneta degli artigiani di Cna ha chiuso l’ultimo bilancio. Il 3 ottobre scorso, infine, si sono svolti l’Assemblea ed il Consiglio di Amministrazione che hanno provveduto alla nomina del presidente -Virginio Piva-, del VicePresidente –Salvatore Federico di FILCA CISL- e del nuovo ed unico direttore -Carlo Ferrari- oltre ai nuovi componenti degli organi statutari.
UN SETTORE ANCORA IN GRANDE SOFFERENZA
Il nostro comparto sta ancora soffrendo moltissimo – osservano Virginio Piva e Salvatore Federico- Nonostante gli incentivi fiscali abbiamo ancora grandi difficoltà legate all’accesso al credito e a un mercato interno che non sta ripartendo. Per questo serve al più presto una vera e propria inversione di tendenza”. Il settore edile artigianale, in Veneto, negli anni della crisi ha perso qualcosa come il 35% del volume d’affari. E un altro dato che offre le dimensioni del calo è quello legato proprio al bilancio delle due Casse che, negli anni d’oro, arrivavano a toccare quota 50 milioni di euro.