FRIULI, UN PATTO PER RILANCIARE LE COSTRUZIONI

FRIULI, UN PATTO PER RILANCIARE LE COSTRUZIONI

Un “patto” per costruire insieme il futuro delle costruzioni: a lanciarlo, in Friuli Venezia Giulia, sono state le organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali, che nei giorni scorsi hanno celebrato gli Stati generali del settore. Oltre ad una precisa disamina della situazione dell’edilizia nella Regione, sindacati e costruttori hanno elencato una serie di priorità, condizione necessaria per rilanciare il settore e rimettere in moto l’economia. Alcuni dati: “In Friuli Venezia Giulia – riferisce Viviano Cosolo, segretario generale della Filca-Cisl regionale – le costruzioni, con 38mila unità di lavoro, valgono il 10% degli addetti di industria e servizi e il 16% delle imprese”.
“Anche in Friuli il settore è caratterizzato da un massiccio ricorso al criterio del massimo ribasso, che esaspera la competizione tra le imprese. La crisi si è fatta sentire anche qui: secondo i dati rilevati dalle Casse Edili, dal 2008 ad oggi l’edilizia regionale ha perso circa 700 imprese e 3500 lavoratori. Il ricorso alla cassa integrazione da parte delle imprese di costruzioni si mantiene elevato anche nel 2011 – prosegue il segretario generale della Filca friulana – con oltre 2,3 milioni di ore autorizzate a livello regionale, il triplo rispetto al 2008. Di queste oltre 800 mila ore sono straordinarie e in deroga, e dunque compatibile con stati di vera e propria crisi di impresa. È evidente il rischio che parte dei lavoratori in Cig non vengano reintegrati in azienda, andando ad incrementare ulteriormente il numero di posti di lavoro già persi nel settore delle costruzioni”.
Fin qui le note critiche. Ma le proposte non mancano: “Analisi condotte a livello fiscale – riferisce ancora Cosolo – mostrano come 1 miliardo di euro di lavori pubblici realizzato da imprese della regione generi un ritorno fiscale locale stimato nell’ordine di 170-180 milioni di euro, ma anche un incremento di 17mila unità di lavoro, di cui quasi 11 mila direttamente nel settore delle costruzioni e 6mila, cioè il 35,6%, nei settori collegati. Puntare sull’edilizia vuol dire, per esempio, fare sistema con il resto del Nord Est per far sì che il Friuli diventi la porta dell’Italia verso il Centro ed il Nord Europa”. Tra le priorità evidenziate ci sono l’ottimizzazione dell’utilizzo delle risorse finanziarie disponibili, i tempi certi della realizzazione delle opere, lo snellimento degli iter autorizzativi, il partenariato pubblico-privato con la costituzione di una task-force, la correttezza del mercato e dei rapporti tra imprese e pubblica amministrazione, l’organizzazione di centrali di committenza pubblica, l’istituzione di un tavolo tecnico in materia di contratti pubblici, la regolarità del mercato del lavoro.
“Ma come sindacato – aggiunge Cosolo – insistiamo sull’introduzione della Patente e punti, fondamentale per una selezione delle imprese sane. E per le opere più importanti, come ad esempio la terza corsia dell’Autostrada, chiediamo esplicitamente che prima dell’avvio dei lavori nella nostra Regione venga definito un protocollo di intesa tra le parti sociali coinvolte, e quindi Autovie Venete, la Regione, gli enti preposti ai controlli con la collaborazione degli enti Bilaterali. Perché non bisogna mai dimenticare che senza sicurezza sul lavoro – conclude Cosolo – non può esserci sviluppo”.

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